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Analizza col metodo Dorfman

ANALIZZA COL Metodo del G.M. DORFMAN

Nel secondo video di questa Serie, dedicata all’analisi di partite di miei studenti, scrivevo (Analizza con Marco):

Ma i consigli dati sono sempre gli stessi:
1) Valuta la posizione (pezzi, pedoni, Sicurezza del Re)
2) Esprimi un giudizio posizionale
3) Cosa vuole fare il Nero? (avversario)
4) Cosa deve fare il Bianco? (piano)

Solo una corretta scaletta mentale, applicata ad ogni Momento Critico (possibile cambio) aiuta il giusto flusso del pensiero, e questo deve fare la differenza!

Questo video su una partita di un Prima Nazionale è dedicato, appunto, a tale tecnica di analisi.
Salva il video: Analizza col metodo di Dorfman (1198)

10 Commenti a “Analizza col metodo Dorfman”

  • bvito says:

    Che brutta partita! Certo che a volte si può giocare veramente male… sembra una partita blitz da 1′. Possibile che si possa giocare così male anche con tanto tempo sull’orologio non si può credere che anche il maestro si sia lasciato prendere la mano e abbia giocato in maniera inguardabile. LA RISPOSTA LA LASCIO A TARASCIO.

  • Sei più cattivo di me!!!
    1) Il Nero non ha giocato male: dopo tutto, è stato sempre in vantaggio, sia posizionalmente sia dal punto di vista materiale. E’ stato l’approccio psicologico, l’errore: proporre la patta precocemente e avere come unico obiettivo il cambio massiccio di pezzi (Tg1 aveva quel significato) sono stati indici di ansia immotivata. Le analisi scadenti, inizialmente, erano frutto di quel rifiuto per il proprio gioco espresso. Ma poi si è riabilitato col duro lavoro analitico a cui si è sottoposto, anche nelle altre partite del torneo. Ad un turno successivo, in posizione nettamente superiore, ha fatto un sacrificio posizionale per “accelerare la vittoria” ….ed ha perso! Quindi, troppa ansia da prestazione.
    2) Il Maestro… mettiamoci nei suoi panni. Dopo 10 mosse ha capito che l’avversario aveva paura e si è lasciato andare ad un sacrificio alla Tal 😆 Cose che capitano anche nelle migliori famiglie 😆 troppo nervosismo! Ma questi sono SCACCHI VERI, REALI. Non sono partite tra motori! Il fattore psicologico è decisivo.

  • danilox says:

    Chiedere la patta dopo 10 mosse è stato un “tatticismo” che ha dato i suoi frutti: infatti ha disturbato il Maestro che ha perso concentrazione…. Purtroppo la componente psicologica condiziona non poco l’andamento della partita da torneo e ho potuto constatare di persona che gli elementi per disturbare e deconcentrare l’avversario sono molteplici. Ad esempio, in una partita a tempo lungo, ho avuto a che fare con un avversario che si alzava e si sedeva in continuazione. Immaginatevi voi, sul più bello del calcolo della variante dover ricominciare a ragionare da capo…. Come ci si difende da questi disturbatori, e cosa dice il regolamento?

  • madame x says:

    Io sono già in ansia adesso Giuseppe:
    come farò a mandarti le partite del mio prossimo torneo?
    Mi ci vuole un bel coraggio!:(

    Scherzi (non tanto) a parte, ti ringrazio per aver messo questa videolezione che mi è stata molto utile:
    impossibile non ricordare i consigli che dai visto i “toni” che usi! 🙂
    Questo tipo di “critiche” sono costruttive e utili per migliorare invece quelle di bvito no.
    (E’ grazie a questo tipo di critiche che molti non mostrano le proprie partite!)

  • elvan93 says:

    Il nero , con la mossa Tg1 , ha adottato la strategia di cambiare le torri per entrare in un finale superiore , in realtà non capisco il motivo di cambiare la torre A1.
    Lei stesso lo ha detto in una videolezione :” cambia i pezzi e i pedoni , poi il pedone in più lo promuovi e vinci , così mi hanno insegnato a giocare ” .
    Ma quand’è che questa strategia può ritenersi corretta ?
    e quando invece dobbiamo evitare cambi ?

    Forse il nero volevo alleggerire la tensione perchè aveva di fronte un giocatore con più esperienza ?

  • Questo tipo di “critiche” sono costruttive e utili per migliorare invece quelle di bvito no.
    (E’ grazie a questo tipo di critiche che molti non mostrano le proprie partite!)

    Ho lasciato il commento di bvito ed anche questo tuo perchè avevo “protetto” entrambi i giocatori con l’anonimato. Anche il punteggio ELO che mostro nel video è falso, per non permettere a nessuno di identificare i giocatori. Ecco perchè le critiche “cattive” sono state permesse.
    In privato il 1Nazionale, appena visto il video mi ha ringraziato ed ha aggiunto;” Vado ad analizzare le altre partite del torneo”. Un atteggiamento costruttivo che sicuramente gli farà del bene. Così come gli farà del bene leggere, protetto dall’anonimato, il commento di bvito.

  • Lei stesso lo ha detto in una videolezione :” cambia i pezzi e i pedoni , poi il pedone in più lo promuovi e vinci , così mi hanno insegnato a giocare ” .
    Ma quand’è che questa strategia può ritenersi corretta ?
    e quando invece dobbiamo evitare cambi ?

    Stai facendo confusione fra due termini in apparenza simili:
    1) Evitare i CAMBI
    2) Cercare i CAMBI per convertire un vantaggio, entrando rapidamente in finale (operazione detta anche “liquidazione”)

    Vi sono molti casi in cui occorre evitare i cambi. Questo problema è molto complicato, perchè la decisione di cambiare un pezzo o conservarlo dipende dalla concreta situazione sulla scacchiera e dalla personale comprensione della posizione.
    Facciamo l’esempio dell’attacco al Re: il giocatore che si difende cercherà di evitare i cambi, per non indebolire alcune case critiche o diagonali delicate. Pensa al caso in cui l’alfiere di fianchetto, difensore del suo Re, è preso di mira dall’avversario, che vuole cambiarlo (sfianchettamento). Oppure, un giocatore evita un cambio per preservare un vantaggio posizionale. Ad esempio, pensa alla situazione di un finale, in cui un giocatore ha l’alfiere cattivo, limitato nella sua mobilità dai suoi stessi pedoni, e l’avversario ha un cavallo, pezzo giusto per infiltrare le case di colore opposto a quello dell’alfiere ed attaccarle. In questo caso, è ovvio che il secondo giocatore eviterà di cambiare il suo cavallo per l’alfiere. Ma non dimenticare che questi sono esempi generici, ed è possibile che in una particolare posizione anche i cambi citati prima siano buoni!!
    Ricorda: a scacchi esistono più eccezioni che regole!

    Nella partita in oggetto, la Sicurezza del Re bianco era l’elemento tattico-strategico da considerare per primo (come sempre!). Ma, per attaccare un Re, occorrono dei pezzi. Dunque, perchè cambiarli?
    Ed inoltre: ammesso e non concesso che il Nero volesse eseguire una “liquidazone”, avrebbe dovuto partire eliminando PRIMA il pezzo migliore (più attivo) dell’avversario (la Donna bianca) e solo DOPO i pezzi rimanenti (Ta1).
    La tua domanda è indice di assenza di “fondamentali”. E, di certo, non è guardando queste videolezioni free che colmerai i tuoi vuoti.
    Mind the gap! 😆

  • bvito says:

    Credo che il mio precedente intervento sia stato frainteso. La mia non era una critica ma solo una constatazione generale su come ai ns. livelli ci vuole poco per giocar male se non si è concentrati al 100% per un qualsiasi motivo. Non volevo offendere nessuno se l’ho fatto me ne scuso. Al contrario sono solidale con gli anonimi autori di questa macabra partita perché di partite orribili devo averne giocate anch’io. Volevo giusto aprire una sana riflessione su alcuni aspetti del nobil giuoco…
    N.B. citazione: “solo i giocatori forti si rendono conto di giocare veramente male”…chi l’ha detto? ah ah ah (è con questo aforisma in testa che mi sono approcciato a questo argomento).

  • Tranquillo, bvito, era tutto chiaro, per me.
    Io sapevo di star facendo un video su una partita poco corretta, però era interessante.
    Ad esempio giusto ieri mi è capitata tra le mani una interessantissima partita (stravinta/strapersa) giocata fra un Seconda Nazionale ed un Candidato Maestro, ma devo attendere il permesso del 2Naz: anche questa è destinata all’anonimato più totale, ed è sempre di questa estate 2013. Se la vede Silman, la mette di corsa in “How to reasses your chess” quinta edizione 😆 😆
    La realtà è una sola: quando siamo a tavolino, senza motori, databases ecc.ecc. il nostro cervello va in crisi proprio quando siamo in posizioni vinte!
    Dopo il bestseller “Aprire 1.e4 e perdere”, dovrò completare la trilogia con “Come perdere le partite vinte” e “Come pattare le partite patte” 😆 😆

  • Davide says:

    Una partita dai molti lati oscuri , sembra un giallo … penso abbia giocato molto la condizione psicologica dei 2 giocatori , stanchezza , tensione da torneo ….. anche la proposta di patta è francamente incomprensibile

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