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ELO 2000-2200


Sul sito del circolo di scacchi che ho contribuito a fondare nel 1974, www.asbarese.it ,vi è un articolo dell’amico Titta Rizzo “I miei primi 20 anni da CM”, da cui traggo l’incipit:”Quanto tempo è necessario ad un giocatore che si sia affacciato alla categoria Magistrale per ottenere l’agognato titolo di Maestro? In particolar modo quando si ha la netta impressione che tale giocatore sia dotato di un certo talento? E di talento sembrava che il sottoscritto ne avesse abbastanza. Ne erano convinti parecchi “critici”, e così finii per convincermene io stesso! In realtà sono passati oltre 20 anni da quando ho conseguito il titolo di Candidato, ed ancor oggi sono ben lungi dal traguardo.
E’ un forte stimolo alla riflessione ed all’auto-diagnosi!
Onestamente non ho la bacchetta magica, nè credo di avere una soluzione unica per tutti, ma vorrei offrire degli spunti concreti su cui lavorare.
Spesso, durante la propria carriera scacchistica, sentiamo il bisogno di “ripartire da zero”, alla ricerca di punti di vista diversi per approcciare la partita: lo sfruttamento degli avamposti, il principio delle 2 debolezze (Dvoretsky), il principio della minima compromissione in apertura, la teoria del cambio, la dinamica dei pezzi, la locale superiorità di forze, le falangi pedonali, la costruzione di un pensiero logico tramite l’analisi delle conseguenze delle mosse, l’esatto ordine delle mosse in apertura, sono solo alcuni dei moderni chunks che regolano il pensiero del giocatore di livello magistrale.

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