Giuseppe Tarascio ha scritto:

Stefano Gemma ha scritto:

Fai molte prove e cerca di identificare le posizioni chiave e le tecniche più comuni, ne trovi molte anche on-line.

In questo caso, usare un engine può aiutare, perché molti hanno la conoscenza perfetta di questo tipo di finali. Puoi preparare una posizione e prendere le parti di R+T, così vedi come la vince l'engine. Cambi la posizione e ripeti, in modo da poter identificare le posizioni chiave, come detto sopra. Ovviamente se hai uno "sparring-patner" al circolo è meglio.

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HO FATTO UN SALTO SULLA SEDIA, quando ho letto questo post.
Non voglio essere offensivo con Stefano Gemma, che è un'ottima persona, ma ha un difetto di base: è un programmatore di chess engine! Ognuno di noi nasce con un difetto, questo è il suo. Stefano Gemma crede nella possibilità di "auto-allenarsi" usando uno stupido motore!! Roba da giocareascacchi.it
Ok, Laus, ora ti dico cosa so io su questo tipo di finale (R+D vs R+T), poi mi dici tu se un motore ti può essere utile, come un ghiacciolo al Polo Nord…

Spero che tu non sia caduto dalla sedia 🙂 ma credo che tu abbia un difetto diverso: ti fermi alla prima affermazione che non condividi, senza approfondire ciò che è stato scritto. Altro difetto: etichetti le persone in base a "dettagli", di nuovo senza approfondirne la conoscenza (delle persone). Nel mio caso, stai scrivendo ad uno che a 14 anni ha passato ore ed ore (letteralmente) per capire tutte le tecniche per vincere il finale di RAC vs R, su di una scacchiera economica (di quelle che hanno scacchi e dama da un lato e tris dall'altro, per capirci), prima ancora di aver mai visto un circolo di scacchi. Ovviamente muovevo per entrambi i colori ed un engine sarebbe stato d'aiuto, per confutare le eventuali idee sbagliate. Quando avrò tempo, ti posterò una posizione di questo matto dove avevo trovato una sola mossa vincente (ma stockfish potrebbe contraddirmi).

Del resto… io analizzo senza engine e senza l'aiuto di programmi… mentre tu usi almeno un programma che ti crea il comodissimo PGN. siamo in Italia… usiamo la notazione italiana!

Ho il piatto in tavola… continuo in seguito (ma non vederlo come un attacco personale, non lo faccio mai online)

Proseguo... sennò non si capisce e sembra solo uno sfogo personale (vade retro... satana!). Come dicevo, ho passato ore ed ore ad allenarmi da solo su singoli finali e, col senno di poi, ritengo che allora un engine avrebbe potuto aiutarmi ma con questo non intendo dire "sostituirmi". Il fatto di essere un programmatore mi dà una marcia in più, non è un limite. Come programmatore non sono uno di quelli che hanno scopiazzato pezzi di sorgente qui e là, come la maggior parte di quelli attuali. Il mio approccio verso la programmazione scacchistica è stato lo stesso di quello verso gli scacchi. Non è un caso che io abbia imparato a programmare nello stesso periodo in cui ho iniziato a studiare gli scacchi in modo "serio" mentre è naturale che abbia cercato di unire le due passioni, come se uno appassionato di fotografia e vela volesse fare foto dalla barca, mi sembra più che naturale. Questo fa di lui/lei un cattivo fotografo o un cattivo velista? No, forse farà di lui un ottimo fotografo di regate!!! Saper giocare a scacchi può migliorare il mio giudizio nel realizzare i miei engine ma non viceversa, nel mio caso.

Come programmatore che "si è fatto da solo", ho una conoscenza dei programmi scacchistici che va oltre le mode. Credo che negli scacchi ci sia un'ambiguità di fondo: la soluzione sarebbe solo forza bruta ma nessun umano o engine ha la potenza necessaria per raggiungerla. Gli umani usano euristiche a loro comprensibili, per raggiungere il miglior risultato; gli engine... barano! Ci sono sì delle euristiche (il pedone doppiato vale tot, una torre in settima vale tot) ma sono palliativi all'impossibilità di andare oltre un certo orizzonte di analisi. In un certo senso, gli engine sono una "truffa" che sembra funzionare, come l'omeopatia 😉

Bene, non credo che sia ancora chiaro il mio modo di pensare ma deve essere valutato entro questa "dicotomia" tra il valore della forza bruta (limitata) di un engine e le euristiche (limitate) di un umano. Il mio modo di pensare mi porta a capire quando usare le une e quando usare le altre...

Visto! Credo che con il nero si potrebbe, in alcuni casi dell'esempio completo, giocare un po' meglio ma questo non cambierebbe né il metodo né il risultato finale. Forse è più utile studiarlo per saper giocare col colore perdente... che non con quello vincente 🙂