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Teoria SQUILIBRI di SILMAN spiegata ad un cretino ("Chi sa, fa...chi non sa,insegna")
5 Settembre 2013
8:20
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Giuseppe Tarascio
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La “teoria degli squilibri” è il tentativo del Maestro Internazionale Jeremy Silman di illustrare alcuni concetti strategici, tentativo che ha portato a ben quattro edizioni del suo libro “How to Reassess Your Chess”, tradotto in italiano col titolo fuorviante “Teoria e pratica degli squilibri”.
Gli “squilibri” sono le “differenze rilevanti” tra le armate del Bianco e del Nero: Silman ne individua varie, dal classico tema Alfiere versus Cavallo al controllo, dalle differenze nello sviluppo alla sicurezza del Re per oltre 600 pagine nell’ultima edizione.

Il termine “squilibrio” (in inglese “imbalance”) è stato recepito da altri, ma non senza qualche critica, in quanto le regole generali ammettono tante eccezioni, che diventano comunque difficili da applicare. Ma, prima di vedere qualche esempio sulle difficoltà del metodo proposto, cerchiamo di svelare un mistero che mi perseguita:
CHI HA MESSO IN GIRO LA VOCE CHE QUESTO E’ UN LIBRO PER PRINCIPIANTI???
Partiamo dai fatti!
Sul suo sito, il M.I. Silman scrive:” Designed for players in the 1400 to 2100 rating range and for teachers looking for a ready-made chess curriculum, the author shares a mind-expanding journey that takes the reader through imbalance-basics”.
Nella prima edizione, l’autore racconta l’origine del testo. Egli, in qualità di Istruttore, aveva spesso richieste di “aiuto” da parte di categorie nazionali. Il suo consiglio, per “riaggiustare” le cose (to reasses) era duplice:
1) Ripassa i finali semplici;
2) Valuta con occhio diverso le posizioni di mediogioco, considerando non solo i tuoi pezzi o le tue chances d’attacco (errore comunissimo!) ma considerando anche le chances disponibili per i pezzi del tuo avversario!
E perciò il libro partì con una serie di consigli sui finali e poi trattò, in maniera confusa e con pochi esercizi, il mediogioco. Ma il libro ebbe un successo inaspettato! La parte sui finali fu giustamente ignorata dai più (oggettivamente, non era nè interessante nè originale) ma la parte sugli squilibri attirò l’attenzione di molti. Silman fu costretto ad aggiungere altri esempi, ma ormai la frittata era fatta: il libro era nato male! Così, scrisse il seguito (i Workbooks, ossia i quaderni per gli esercizi), tradotto anch’esso in italiano: nelle prime 40 pagine fece una splendida panoramica sui temi strategici e tolse la parte sui finali. Dunque, mentre sconsiglio il primo libro, preferisco di gran lunga il secondo: Teoria e Pratica degli Squilibri : Quaderni di lavoro.

Il problema è che per uno scacchista è quasi impossibile valutare una posizione senza valutare mosse specifiche, laddove Silman sosterrebbe che è prima necessario “valutare le componenti di base (gli squilibri) della posizione”. In pratica, se prima non si sa esattamente come valutare una posizione, non si capisce il libro (paradossalmente) e viceversa!
Ho però bisogno di dare esempi concreti, per evitare di cadere nella critica fine a sè stessa. Li vedremo nel prossimo post.

Playchess: Tarascio_Giusepp
5 Settembre 2013
8:24
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Giuseppe Tarascio
Amministratore
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30 Novembre -0001
sp_UserOfflineSmall Offline

Riprendiamo il discorso. Sinora, abbiamo solo detto che, per Silman, l’essenza di una posizione consiste nel saper notare le principali 'imbalances' , squilibri, che possono portare il giocatore alla corretta decisione nella scelta di una mossa.
Nel suo libro “The Amateur's Mind”, che completa in un certo senso la trilogia dedicata all’argomento, Silman sottopone la sua teoria al test dei suoi studenti, chiedendo loro di giocare contro di lui determinate posizioni, al fine di vedere cosa essi avevano imparato dopo le sue spiegazioni. Ricordo che si tratta, nella maggior parte dei casi, di giocatori con Categorie Nazionali (da Terza a Candidato) come da lui stesso dichiarato. Pertanto, abbiamo a che fare non con principianti assoluti (Non Classificati), ma di giocatori con una discreta conoscenza scacchistica epperò insoddisfatti dei propri risultati agonistici, speranzosi di “riaggiustare i propri Scacchi” (How to reasseses your chess).
Ecco il primo test:

r4rk1/pp2qppp/1n3n2/4p3/4P3/2N3P1/PP2QPKP/R1BR4 w - - 0 20r4rk1/pp2qppp/1n3n2/4p3/4P3/2N3P1/PP2QPKP/R1BR4 w - - 0 20

E’ tratta dalla partita Silman-Gross 1992, dopo la mossa ...Cb6. Silman chiede a tre studenti di continuare col Bianco, al posto suo. Con suo grande scorno, l’Istruttore scopre che ben 2 su tre non rilevano lo squilibrio alfiere vs cavallo come principale elemento per valutare la posizione, ed addirittura 3 su 3 non riescono a sfruttarle tale elemento! Silman continuò in partita con Ae3 (ma onestamente Ag5 sembra altrettanto buona se non migliore).
Il suo studente più scarso (ELO USCF 1000: attenzione, però, in quanto l’ELO statunitense è molto più basso dell’ELO FIDE, quindi corrisponde grosso modo ad un nostro 1500) prosegue con 20.a3?! (la sua idea è che vuole conservare l’alfiere, in quanto in finale sarà superiore al cavallo, essendoci pedoni su entrambe le ali) e dopo 18...Tfd8 19.b4?! Txd1 20.Dxd1 Tc8 21.Df3 Dc7 22. Ad2 Cc4 arriviamo al seguente diagramma, nel libro:

2r3k1/ppq2ppp/5n2/4p3/1Pn1P3/P1N2QP1/3B1PKP/R7 w - - 0 232r3k1/ppq2ppp/5n2/4p3/1Pn1P3/P1N2QP1/3B1PKP/R7 w - - 0 23

A questo punto lo studente gioca l’orribile 23.Dd3? e perde un pezzo dopo Cxd2. Allora Silman gli fa ripetere la mossa, lo studente gioca 23.Ae1 ma perde lo stesso dopo poche mosse. Silman conclude dicendo allo studente che ha perso in quanto non ha riconosciuto lo squilibrio nella posizione di partenza eccetera eccetera. Peccato che, però, ignori totalmente 23.Ag5!
2r3k1/ppq2ppp/5n2/4p1B1/1Pn1P3/P1N2QP1/5PKP/R7 b - - 0 232r3k1/ppq2ppp/5n2/4p1B1/1Pn1P3/P1N2QP1/5PKP/R7 b - - 0 23

E Rybka 4 mi dà netto vantaggio al Bianco! Accidenti! Alla faccia dello squilibrio!
In realtà, la domanda vera è: ma veramente un Terza Nazionale, quando gioca una partita di torneo, si mette a pensare agli squilibri esistenti? A me pare un ottimo metodo, ma più adatto ad un’analisi post-mortem (e con qualche limite, in base all’esempio appena visto). Il vero problema dello studente, come il suo ELO dimostra, non è ancora quello di saper riconoscere gli squilibri, ma banalmente quello di non lasciare pezzi in presa! E la manovra a3+b4 lasciava il cavallo bianco sospeso per aria!
Inoltre, senza voler scomodare il dott. Tarrasch e la sua nota formula (“Un cavallo in b6 è sempre piazzato male”) una mossa tecnica come 18.a4 !? (idea a5) è la prima cosa che viene in testa ad un giocatore più esperto. Anche mosse come b2-b3 (con idea di sfruttare la cattiva posizione del Cb6) non sono male, semmai combinate con Ag5, per preparare Cd5. E’ ovvio che, SE TU NON CONOSCI IL PIANO STANDARD a4-a5 + Ag5 + Cd5, allora la nozione di “Cb6 cattivo” sarà priva di significato, per te. Potrai leggerti tutti e tre i libri di Silman, ma non li capirai mai! E, soprattutto, non saprai quando e come applicare quel metodo di valutazione delle posizioni.

In conclusione: la “Teoria degli Squilibri” non è un libro per principianti o per “cretini”, ma richiede un bagaglio scacchistico di fondo (i “fondamentali”) ben consolidato.
Inoltre. Il motto di Silman: ” DON'T look at individual moves! In fact, never calculate until you understand the basic components (imbalances) of the position.'' va rivisto, modificato od addirittura invertito, secondo molti critici.

Playchess: Tarascio_Giusepp
5 Settembre 2013
3:28
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madame x
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Anch’io ho un mistero anzi, due misteri, che mi perseguitano :confused

QUALI E QUANTI SONO ALLORA I LIBRI DI SCACCHI IN CIRCOLAZIONE CHE I PRINCIPIANTI POSSONO LEGGERE?

A questo punto resta forse solo l’ABC degli scacchi direi!

Io ho entrambi i libri di Silman : Teoria e pratica degli Squilibri e Quaderni di lavoro e li ho trovati molto utili e piacevoli da leggere.
Quaderni di Lavoro è una sorta di eserciziario e di riassunto del primo libro Teoria e pratica degli Squilibri che, secondo me, dovrebbe essere letto per primo.
E’ vero che in partita di torneo è impensabile star li a calcolare tutti gli squilibri però il libro è molto utile perché ti fornisce molti suggerimenti e spunti per poter capire meglio questo gioco.
Non penso di esagerare se dico che, dopo averlo letto (ero NC), ho iniziato a vedere i pezzi sulla scacchiera sotto un altro punto di vista.

Io penso che se un libro ti lascia qualcosa dopo averlo letto significa che ti è stato utile per accumulare conoscenze scacchistiche e, scusatemi,ma non è poco!

Secondo mistero:
CHI SONO I PRINCIPIANTI VERI?

Forse i Non Classificati?
Al Circolo dove vado molti non hanno punteggio Elo solo perché non hanno mai partecipato ai Tornei ufficiali ( per motivi economici, impegni di lavoro ecc..) ma non si può dire certo che siano dei principianti anzi!
Alcuni di loro giocano nella nostra squadra in serie B e hanno esperienza di gioco e conoscono tattica e strategia alla pari , se non meglio, di un Prima Nazionale .
Si può dire che il giocatore Classificato ha esperienza in partite lunghe giocate “a tavolino” , certamente si, ma questo non comporta automaticamente ad una migliore comprensione del gioco.

Io sono una Seconda Nazionale e, in virtù di questo, posso dire di avere un livello di gioco superiore ad una 3.Naz. o ad un NC?
No!
Posso anche dire di aver giocato contro delle 1.Naz. che non sembravano tali vincendo anche delle belle partite .
Penso che il punteggio Elo (naturalmente il paragone è fra le varie categorie nazionali e gli NC.) non sia così determinante o meglio,che non sia solo quello che determina la forza di un giocatore.
Giocare in torneo contro un NC non significa aver partita vinta nemmeno per un CM.!

5 Settembre 2013
4:32
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Giuseppe Tarascio
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Parto dall'ultima domanda: Chi sono i principianti?

Rispondo con un aneddoto fresco fresco, di stamattina.
Mi scrive una mail un Seconda Nazionale, chiedendomi se per caso ho un libro (non cito il titolo, perchè poco importante, ai nostri fini) in pdf. Rispondo di no. Replica:
" riprovo a sentire Le 2 Torri, se si puo' prenotare....comunque lo consiglia ad un 2n? ( o e' troppo avanzato x il mio livello reale?)"

Molto interessante: in pratica, il libro era stato scelto per una buona recensione (semmai ne parlavo bene proprio io, in un video: MEA CULPA) o per il titolo accattivante.
Ecco la mia risposta (cattivissima, lo so):
"Troppo avanzato? E’ un libro vecchissimo. Un libro da lettura, da tenere su uno scaffale in libreria, utile come può essere la lettura della Divina Commedia ad un immigrato clandestino che arrivi a Lampedusa su un barcone.
Buona lettura!"

Ecco il problema: T.M.I. (Too Much Information). Troppe informazioni = molta confusione! cry

Playchess: Tarascio_Giusepp
4 Ottobre 2013
9:38
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Giuseppe Tarascio
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madame x ha scritto:

Anch’io ho un mistero anzi, due misteri, che mi perseguitano :confused

QUALI E QUANTI SONO ALLORA I LIBRI DI SCACCHI IN CIRCOLAZIONE CHE I PRINCIPIANTI POSSONO LEGGERE?

A questo punto resta forse solo l’ABC degli scacchi direi!

Io ho entrambi i libri di Silman : Teoria e pratica degli Squilibri e Quaderni di lavoro e li ho trovati molto utili e piacevoli da leggere.
Quaderni di Lavoro è una sorta di eserciziario e di riassunto del primo libro Teoria e pratica degli Squilibri che, secondo me, dovrebbe essere letto per primo.
E’ vero che in partita di torneo è impensabile star li a calcolare tutti gli squilibri però il libro è molto utile perché ti fornisce molti suggerimenti e spunti per poter capire meglio questo gioco.
Non penso di esagerare se dico che, dopo averlo letto (ero NC), ho iniziato a vedere i pezzi sulla scacchiera sotto un altro punto di vista.

Io penso che se un libro ti lascia qualcosa dopo averlo letto significa che ti è stato utile per accumulare conoscenze scacchistiche e, scusatemi,ma non è poco!


Ho trovato una interessante posizione che volevo sottoporre all'attenzione di Madame X o di qualunque altro fan di Silman che voglia intervenire.
E' la posizione occorsa dopo la mossa 30 del Nero, tra Anand,Viswanathan (2650) - Karpov,Anatoly (2730) [B12] Candidates qf4 Brussels (7), 1991
Tocca al Bianco:
3r1bk1/1p3p2/p3p1p1/3pPn2/1P1P4/P2B2P1/3B1P2/3R2K1 w - - 0 313r1bk1/1p3p2/p3p1p1/3pPn2/1P1P4/P2B2P1/3B1P2/3R2K1 w - - 0 31

La situazione è semplice, così come la domanda: CONFRONTA I PEZZI COL METODO DI SILMAN.
In particolare, confronta
Ad3 vs Cf5
Ad2 vs Af8

Anand commentò l'eventuale mossa 31.Axf5 gxf5 esprimendo la propria opinione sui "Principi generali" che sono insegnati proprio da Silman nei suoi libri.
Ma gradirei leggere prima qualche opinione, prima di lasciare la parola ai due Campioni del Mondo (in carica ed ex).

Playchess: Tarascio_Giusepp
4 Ottobre 2013
9:43
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Giuseppe Tarascio
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P.S. Se preferisci ragionare in termini di mosse candidate, la scelta è tra 31.Axf5 e 31.Ac3. Comunque, tralascerei ogni analisi, se possibile, a favore di una discussione più alta, filosofica, sui Principi generali (ad esempio, alfiere "cattivo" ecc.ecc., a cui Silman dedica particolare attenzione).

Playchess: Tarascio_Giusepp
4 Ottobre 2013
4:46
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pinkmoon
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Dall'alto della mia categoria di "melanzana all'agrodolce" giocherei al volo 31.Axf5 gxf5
32.Tc1 prendendo possesso della colonna c..embarassed
La mossa dell'Alfiere in c3 la farei se la posizione la richiedesse più avanti dopo aver mosso la Torre lungo la colonna c (in c6 o c8 ad esempio).
Così facendo il mio Alfiere sarebbe cattivo ...ma ATTIVO e quindi non cattivo!cool
Vediamo se ho capito qualcosa della posizione senza chiedere ai diretti interessati..cool

4 Ottobre 2013
4:50
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madame x
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Prima di provare a rispondere devo premettere questo:
solo per avere letto i libri di Silman non mi considero un’esperta in materia, e non pretendo di avere capito alla perfezione tutto ciò che Silman voleva insegnare; ho solo detto che li ho trovati molto interessanti e piacevoli da leggere e che mi hanno offerto ulteriori spunti di riflessione durate le mie partite.
Ed è questo che ho trovato utile!

Silman, fra le altre cose, dice che una delle battaglie più importanti e allo stesso più sfuggenti del gioco degli scacchi è quella fra Alfiere e Cavallo.
Contro un avversario inferiore un buon giocatore riuscirà sempre a crearsi un Cavallo potentissimo contro un Alfiere infelice e viceversa.
Nemmeno a Silman piace l’etichetta di Alfiere buono / Alfiere cattivo ma parla di Alfiere ATTIVO indipendentemente dal fatto se sia buono o “cattivo”.
Poi detta tutta una serie di regole che ho trovato molto utili ( per me) e semplici da ricordare
1.Gli Alfierei sono pezzi a lungo raggio e amano le posizioni aperte senza pedoni centrali
2.Nei finali gli Alfieri sono abilissimi nell’impedire l’avanzata dei pedoni nemici spesso agendo dall’altra parte della scacchiera
3.Se hai un Alfiere inattivo devi fare una di queste cose : cambiarlo su un Cavallo o sull’Alfiere nemico, renderlo buono portando i pedoni centrali nelle case di colore opposto, portarlo fuori dalla catena di pedoni.
4.Il modo migliore di battere i Cavalli è quello di togliere loro punti d’appoggio avanzati ( casa avanzata non controllabile da pedoni nemici)
5. I Cavalli tendono ad essere più forti degli alfieri in posizioni chiuse
6. I Cavalli sono i migliori bloccatori dei pedoni passati
7. I Cavalli sono superiori agli Alfieri nei finali con i pedoni su un solo lato della scacchiera. Ecc…

Per ognuna di queste regole che ho riassunto, Silman fornisce posizioni ad esempio ed esercizi.
Volevo chiedere a quanti stanno leggendo:
vi sembrano concetti così astrusi e inadatti ad essere compresi dai giocatori principianti?
A me sinceramente non sembra!

E ora provo (e sottolineo PROVO) a rispondere

L’Alfiere d3 sembra a prima vista un Alfiere buono perché tutti i pedoni del bianco sono su casa scura però a me sembra che non sia proprio così perché in realtà controlla diagonali ininfluenti:
in b5, in c4 e in e4 non può andare, i pedoni neri su casa chiara mi sembrano inattaccabili da questo Alfiere anche a svilupparlo in c2 o in e2 non sarebbe un Alfiere attivo secondo me.
Il Cavallo f5 sta minacciando il pedone d4 ed è in una casa avanzata, in posizione aggressiva (anche se non è in un avamposto perché può sempre essere cacciato con g4).
In questa posizione, il bianco deve prendere una decisione in merito al pedone d4 attaccato.
L’unica mossa possibile in tal senso sarebbe Ac3 rendendo “cattivo” questo Alfiere; quindi, secondo questi ragionamenti e secondo il metodo di Silman la mossa AxC, in questa posizione, sarebbe giustificata.

4 Ottobre 2013
5:02
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Giuseppe Tarascio
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madame x ha scritto:

L’unica mossa possibile in tal senso sarebbe Ac3 rendendolo “cattivo” quindi, secondo questi ragionamenti la mossa AxC , in questa posizione, sarebbe giustificata


Chiedo scusa, ma non mi è chiara la risposta finale.
Mentre ho capito bene il ragionamento di Pinkmoon (gioco Axf5), non mi è chiara la tua scelta: Axf5 o Ac3? Quale mossa giocheresti?

Playchess: Tarascio_Giusepp
4 Ottobre 2013
5:12
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madame x
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Senz'altro AxC per i motivi che ho spiegato.
In questa posizione mi sembra nettamente più forte il Cav f5 rispetto all'Ad3.

4 Ottobre 2013
5:17
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Giuseppe Tarascio
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madame x ha scritto:

Silman, fra le altre cose, dice
3.Se hai un Alfiere inattivo devi fare una di queste cose : cambiarlo su un Cavallo o sull’Alfiere nemico, renderlo buono portando i pedoni centrali nelle case di colore opposto, portarlo fuori dalla catena di pedoni.


Chiedo scusa ancora. Sembrerò petulante, ma vi rendete conto che il Bianco ha TUTTI, dico TUTTI, i pedoni su casa scura? E voi lo volete lasciare con un alfiere così cattivo? Vi pare possibile che uno come Anand giochi così? In pieno contrasto a quanto affermato da Silman (leggi sopra)?
Sono perplesso...confusedembarassed
Gli scacchi sono troppo difficili, per me!

Playchess: Tarascio_Giusepp
4 Ottobre 2013
5:23
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Giuseppe Tarascio
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Ok, vado a vedere cosa ha giocato Anand.
Ha giocato....rullo di tamburi... 31.Axf5 gxf5 32.Tc1
Accidenti!
Ed ha commentato: "Nota che qui, l'alfiere del Bianco non è inferiore a quello del Nero (sembra strano in quanto tutti i pedoni bianchi sono su casa scura). La ragione è che i pedoni bianchi stanno mantenendo l'alfiere nero in una gabbia e quindi non può giocare un ruolo attivo (attaccare qualcosa). Questo è un chiaro esempio che mostra che i principi sono applicabili in situazioni generali, ma purtroppo vi sono un sacco di posizioni particolari dove non si possono applicare (ovviamente la frequenza delle situazioni generali è considerevolmente maggiore rispetto a quelle particolari); pertanto devi sempre tenere gli occhi aperti."
Simpatico, eh?
Da notare che ora Karpov ha dovuto risolvere un problema strategico: giocare 32...b5 (difesa attiva) o 32...Td7 (difesa passiva). Non è decisione da poco, in quanto nel primo caso si lascia la casa c6 al Bianco, in cambio della possibilità di controgioco con una futura a6...a5.
Per la cronaca, la partita finì patta, dopo un grave errore di Anand.

Playchess: Tarascio_Giusepp
4 Ottobre 2013
5:37
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madame x
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Sul sito ci sono anche delle tue belle videolezioni dove parli della questione Alfiere buono/ Alfiere cattivo:

.." Non fidatevi mai dell'apparenza ma analizzate in concreto il ruolo che esercita quel pezzo " ..
Impossibile non ricordarselo!!smile

11 Ottobre 2013
12:11
alchemico
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Maestro,
sono un tuo seguace.
dimmi ed io eseguiro'.

11 Ottobre 2013
3:52
danilox
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Giuseppe Tarascio ha scritto:

madame x ha scritto:

Anch’io ho un mistero anzi, due misteri, che mi perseguitano :confused

QUALI E QUANTI SONO ALLORA I LIBRI DI SCACCHI IN CIRCOLAZIONE CHE I PRINCIPIANTI POSSONO LEGGERE?

A questo punto resta forse solo l’ABC degli scacchi direi!

Io ho entrambi i libri di Silman : Teoria e pratica degli Squilibri e Quaderni di lavoro e li ho trovati molto utili e piacevoli da leggere.
Quaderni di Lavoro è una sorta di eserciziario e di riassunto del primo libro Teoria e pratica degli Squilibri che, secondo me, dovrebbe essere letto per primo.
E’ vero che in partita di torneo è impensabile star li a calcolare tutti gli squilibri però il libro è molto utile perché ti fornisce molti suggerimenti e spunti per poter capire meglio questo gioco.
Non penso di esagerare se dico che, dopo averlo letto (ero NC), ho iniziato a vedere i pezzi sulla scacchiera sotto un altro punto di vista.

Io penso che se un libro ti lascia qualcosa dopo averlo letto significa che ti è stato utile per accumulare conoscenze scacchistiche e, scusatemi,ma non è poco!


Ho trovato una interessante posizione che volevo sottoporre all'attenzione di Madame X o di qualunque altro fan di Silman che voglia intervenire.
E' la posizione occorsa dopo la mossa 30 del Nero, tra Anand,Viswanathan (2650) – Karpov,Anatoly (2730) [B12] Candidates qf4 Brussels (7), 1991
Tocca al Bianco:
<a href="javascript:x=(screen.width-528)*(0.5)<<0;y=(screen.height-528)*(0.5)<3r1bk1/1p3p2/p3p1p1/3pPn2/1P1P4/P2B2P1/3B1P2/3R2K1 w - - 0 31Image Enlarger3r1bk1/1p3p2/p3p1p1/3pPn2/1P1P4/P2B2P1/3B1P2/3R2K1 w – – 0 31

La situazione è semplice, così come la domanda: CONFRONTA I PEZZI COL METODO DI SILMAN.
In particolare, confronta
Ad3 vs Cf5
Ad2 vs Af8

Anand commentò l'eventuale mossa 31.Axf5 gxf5 esprimendo la propria opinione sui "Principi generali" che sono insegnati proprio da Silman nei suoi libri.
Ma gradirei leggere prima qualche opinione, prima di lasciare la parola ai due Campioni del Mondo (in carica ed ex).


Occorre confrontare anche le torri…. La torre del Bianco è nettamente superiore alla torre del nero per il fatto che può conquistare la colonna "c". Purtroppo però, per farlo, deve cedere il vantaggio della coppia di alfieri.

11 Ottobre 2013
4:20
danilox
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E' la torre il pezzo più importante, perché può conquistare la colonna "c" senza che il nero possa contrastarla. Questo sì che è un grosso vantaggio! Ovviamente non si può giocare subito Tc1 a causa di Cxd4.

12 Ottobre 2013
8:03
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madame x
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Giusta osservazione danilox.smile

Devo dire che ho tuttora la convinzione di aver trovato AxC come mossa migliore proprio applicando il metodo di Silman confrontando lo squilibrio (differenza) di Cavallo vs. Alfiere .
Osservando la posizione in esempio,i due pezzi Alfiere e Cavallo , la loro attività e le rispettive “minacce”, salta subito all’occhio la superiorità del Cavallo rispetto all’Alfiere che quindi va cambiato.

I principi generali che consiglia Silman (come migliorare l’attività dell’Alfiere, regole sui Cavalli ecc..) sono gli stessi che si trovano in tutti i libri di scacchi per principianti.
Silman le riassume come regole generali ma non penso abbia avuto bisogno di scrivere un libro per comunicare solo questo!

Tornando alla posizione in esempio lo squilibrio (differenza) Ad3 vs Cf5 andava analizzato per primo rispetto allo squilibrio Ad2 vs Af8 semplicemente perché la posizione lo richiedeva
( il pedone d4 era minacciato).

In ogni caso, dal momento che il Maestro Tarascio (e anche Anand) dice che la mossa AxC contrasta col metodo Silman, mi sa tanto che non ho capito niente!frown

12 Ottobre 2013
3:16
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madame x
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Io penso che se un libro ti lascia qualcosa dopo averlo letto significa che ti è stato utile per accumulare conoscenze scacchistiche e, scusatemi,ma non è poco!

Quello che mi è rimasto più impresso dopo aver letto il libro di Silman è il capitolo
“Capire il Re”.
Silman parla con esempi semplici e diagrammi dell’opposizione, di quando entrambi i Re vorrebbero avanzare ma la loro posizione è tale che il movimento in avanti è impedito dalla diretta controparte.
Porta ad esempio il Re Bianco in c3 e Re Nero in c5.
Come ben sappiamo in questa posizione è svantaggioso avere il tratto perché muovendo il nostro Re si consente al Re nemico di avanzare.
Silman poi parla dell’opposizione lontana :
se le case di distanza fra i due Re sono in numero dispari chiunque abbia la mossa perde l’opposizione, se le case di distanza tra i due Re sono in numero pari chiunque abbia la mossa ha l’opposizione.
Questa regola si applica quando i Re si trovano sulla stessa colonna o sulla stessa diagonale.
E fin qui non ha detto niente che non si sappia già!

Ma cosa succede se i due Re non si trovano lungo la stessa linea?

Dovremmo forse ricorrere a calcoli complicati che ci fanno perdere tempo prezioso?
Niente affatto!

Ed ecco la regola di Silman che io non conoscevo e che ho trovato davvero molto utile:
Quando i due Re non giacciono lungo la stessa linea, la regola è:

Muovere il Re in un quadrato o rettangolo in cui tutte le case d’angolo sono dello stesso colore.

5k2/8/8/8/8/8/8/1K6 w - - 0 15k2/8/8/8/8/8/8/1K6 w - - 0 1

In questa posizione il Bianco gioca Rb2.
I punti di connessione b2,b8,f8 e f2 sono tutte case nere e formano un rettangolo.
Dopo Rb2 quindi, il Bianco ha l’opposizione.

Vediamo se Silman ha ragione:
1. Rb2 , Re8 ( Se …Rf7, Rb3 si ottiene l’opposizione lontana in diagonale)
2. Rc2, Rf8 (sia 2. ..Rd7 3. Rd3 che 2…Rd8 3. Rd2 danno l’opposizione lontana diretta)
3. Rd2, Rg8
4. Re2, Rh8
5. Rf2,Rh7
6. Rf3, Rh8
7. Rf4 e il Nero non può più evitare l’opposizione lungo una linea diretta.

Da notare che ad ogni mossa si crea una nuova serie di punti di connessione.

Io l’ho trovata una regola semplice da capire, interessante e soprattutto utile quando in partita ci si ritrova a corto di tempo.
Ho voluto condividere perchè spero sia utile a qualcuno! smile

14 Ottobre 2013
2:12
adriano
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sp_UserOfflineSmall Offline

Grazie.
A dire la verità non ci avevo mai fatto caso.
Io ho sempre ragionato in termini di case alla distanza di 2, seguendo il percorso che unisce i due re: tutte le case di quel tipo permettono di guadagnare l'opposizione.

Cioè, in questo caso, a partire dalla casa f8, seguo la direzione f8-e7-d6-c5-b4-b3-b2-b1.
Le case d6, b4 e b2 danno opposizione, le altre no.
In realtà sarebbe come dire che d6 dà opposizione se il re nero è in f8, b4 dà opposizione se il re nero è in d6 e b2 dà opposizione se il re nero è in b4.
Un metodo forse più contorto, ma che non mi ha mai dato problemi: bastava "saltare" le case di due in due.

16 Ottobre 2013
8:33
danilox
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9 Giugno 2012
sp_UserOfflineSmall Offline

Questa regola del "rettangolo", che in verità non conoscevo, non sembrerebbe di per sé molto complessa. Il problema è quando di mezzo ci sono i pedoni. Se poi consideriamo che i pedoni possono essere: dentro o fuori il rettangolo, sulla stessa colonna bloccati o no, su colonne adiacenti o no, etc. Le possibilità sono diverse e questo mi preoccupa, ma immagino che Silman non abbia lasciato nulla al caso....

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