12:15
21 Marzo 2014
buongiorno a tutti, la mia è una curiosità di cultura storica, scusate se magari sono impreciso. Vorrei sapere se ' possibile descrivere brevemente da cosa si distinguono le varie evoluzioni storiche.
possiamo dire che c'e' stata un' era di scacchi classici (tarrasch?)
un'era ipermoderna (dinamica?) aleckine?
prima della classica (700-800) come la definiamo?
siamo oggi in un'altra era? (da dopo kasparov ) li chiamiamo scacchi moderni?
da cosa differenziano le varie ere? da dare a certi aspetti del gioco un valore diverso?
la verità è che non so se è corretto quello che posso leggere su wikipedia,
mentre qui è piu' semplice interloquire con persone esperte.
ho anche guardato sui siti piu' gettonati
soloscacchi e scacchierando
ma li per il 90% si parla solo di news di tornei in corso, di cosa ha fatto caruana, o di vecchi ricordi di qualche vecchio campione. argomenti che comunque non interessano tutti e sono privi di altre sezioni che trattano anche di altro .
grazie
antonio
9:27
30 Novembre -0001
La Storia degli Scacchi è la Storia dell'uomo. Come tale, può essere scritta non dall'interno (dagli scacchisti) ma dall'esterno (osservatore). Ad esempio: Cristoforo Colombo sapeva che il 12 ottobre 1492 sarebbe passata sui libri di Storia come inizio dell'Età Moderna? Ovviamente no. Lui, addirittura, credeva di essere arrivato in India.
Visto che lo hai chiesto, ti esprimo la mia visione. Ti avviso che ti sconvolgerà, in quanto (come mio solito) vado contro i pregiudizi.
Comiciamo con l'era pre-Morphy, prima metà dell'800. C'era Napoleine, allora...e gli scacchisti erano nobili, ricchi, appartenenti al clero o all'esercito. Abbiamo partite di Napoleone contro i suoi ufficiali! Ora, per COSA giocavano?? Per l'ONORE. Sceglievano le mosse non in base a criteri estetici o scientifici, ma in base ad una Regola Sacra: mai dimostrare paura, davanti all'avversario. Le varie partite tramandateci con nomi altisonanti (la Immortale, la Sempreverde ecc.) oggi sono semplicemente ridicole. Ma, a quei tempi, se un giocatore attaccava un pedone, era considerato disdicevole difenderlo. Occorreva subito contrattaccare! Semre avanti, fieri!
Ora, tu credi di aver capito cosa voglio dire. Ma non è possibile. Non è possibile, per un uomo del 2015, capire cosa era l'ONORE. Ti racconto un aneddoto.
Battaglia di Waterloo. Migliaia di soldati, in una pianura resa fangosa da 3 giorni di pioggia. I francesi non avevano artiglieria pesante, ma gli avversari avevano cannoni che sparavano palle. Ma sparare dove? La confusione era tale, che Napoleone si serviva di una banda, per dare ordini: a seconda della musica, le sue divisioni arretravano o si spostavano! Sparare una palla di cannone nel mucchio, significava poter colpire anche i propri uomini! L'unica cosa chiara era la bandiera francese. La bandiera era sorretta da un sergente (i comuni soldati non erano autorizzati). Quando arrivava una palla di cannone, però, era facile evitarla: bastava spostarsi! Ma, cosa faceva un sergente francese, quando vedeva arrivare una palla? Scappava, lui e la bandiera? Ovviamente NO. Fermo, al suo posto! Appena ucciso, un altro sergente prendeva in mano l'asta con la bandiera. Alla fine del primo giorno, Napoleone in persona disse che dovevano scappare: erano morti già 38 sergenti, e la catena di comando stava per essere interrotta!
Questo era l'ONORE, per gli scacchisto dell'epoca "Romantica". Ma poi arrivò Paul Morphy, in America. Ma ne parlo in un post successivo. Per ora, una cosa è chiara: tutta la fase Romantica non ha alcun senso, per noi...
10:18
30 Novembre -0001
Con Paul Morphy si iniziò a parlare di Scacchi più seriamente.
Suo padre era un ricco proprietario terriero a New Orleans. Piantagioni di cotone e schiavi negri fecero la fortuna del giovanissimo Paul, che vinse in modo convincente il "Torneo del Congresso", una specie di Campionato Americano. Fece allora una tourneè di 2 anni in Europa (Londra, Parigi, Berlino), giocando contro i forti Maestri dell'epoca (demolì proprio Adolf Anderssen, il mago dell'ATTACCO). Poi tornò in America e smise di giocare a Scacchi.
Ora: qual era il SEGRETO di Morphy?
Nell'immaginario dei dilettanti (suppongo anche nel tuo, pertanto), Morphy aveva una straordinaria capacità di fare "combinazioni". I suoi avversari cadevano uno dopo l'altro, incapaci di resistere a tale stile aggressivo. Gli errori posizionali fioccavano, in quanto le Regole Strategiche non erano note (Steinitz doveva ancora arrivare). Anche Morphy faceva errori posizionali, ma li nascondeva dietro le sue brillanti combinazioni.
FALSO. QUESTA E' PURA IMMAGINAZIONE, MISTIFICAZIONE.
I "vecchi" libri su Morphy, mostrano SOLO partite a senso unico, in cui la insulsa forza degli avversari (il duca di Brunswick, il conte Isoard ) faceva sembrare l'assalto di Morphy invincibile. In realtà, se studi le sue partite, scoprirai (con sorpresa!!) che nella maggior parte dei casi vi erano lunghe battaglie con chances per entrambi. Questo offre una visione di Morphy completamente differente da quella che puoi trovare sui Forum per principianti (P.S. consiglio per il tuo bene: non frequentare mai scacchierando, giocareascacchi e roba simile) o anche su articoli e pubblicazioni varie; ma è studiando queste partite che si scopre il vero SEGRETO di Morphy: CENTRO-SVILUPPO-ARROCCO. Fu il primo a capire l'importanza della difesa (l'arrocco!! Perchè rimanere al centro, con la bandiera in mano, mentre l'avversario ti prende a cannonate?
La meteora Morphy durò solo un paio d'anni, dunque. Ci attende finalmente Steinitz. Anche lì, una sorpresa: era un giocatore "combinativo", non posizionale, come molti credono….
Prima indicazione bibliografica seria, su Morphy:
Beim Valeri-Paul Morphy A Modern Perspective(2005)
Il GM Beim fa l'istruttore di scacchi a Vienna. Consiglia come repertorio ai suoi studenti 1…d6 se ti interessa. E' appassionato di Pirc, Est-Indiana e Olandese Sistema di Leningrado.
8:01
21 Marzo 2014
...lì per lì ero indeciso se porre la domanda, non volevo rubar troppo tempo a nessuno,
ma poi ho pensato che con una decina di righe si potesse soddisfare la mia richiesta.
...le ere sono a b c d:
quelle che le distingue sono questo e quello.
finito.
che illuso! chiedi un'informazione su che pullman prendere, e ti ci portano in taxi!
e la sua immensa irrefrenabile passione, e se è vero che la passione allunga la vita...
Lei sarà un ultra centenario
8:07
30 Novembre -0001
Steinitz era austriaco. Cominciò a giocare a scacchi sulle ali del clamore suscitato da Morphy, di cui voleva imitare lo stile aggressivo. Diventato campione di Vienna, grazie ad una colletta andò a fare un torneo a Londra. Catastrofe! Scrisse agli amici che aveva incontrato dei pidocchiosi, gentaglia che, guadagnato un pedone in apertura, se lo trascinavano sino alla fine…Però, ccapì che non si poteva solo campare di " combinazioni". Studiò allora il significato delle mosse ed arrivò a stilare una Tabella degli Elementi.
Ricordiamo i tempi. Mendelev aveva stilato la tabella degli elementi chimici. Darwin classificava le specie animali. Nel 1900 esposizione universale a Parigi, con la Torre Eiffel simbolo dell'uomo nuovo. Freud, con la "Interpretazione dei sogni" addirittura classificava l'inconscio. Anche gli Scacchi erano pronti a partecipare al nuovo secolo, con una interpretazione scientifica del gioco. Non più solo arte, genio e sregolatezza. Ora anche noi, col "Modern Chess Instructor", il libro di Steinitz, avevamo una base scientifica. Ma questa idea non fu accolta di buon grado, da chi vedeva il gioco come una semplice esplosione di combinazioni. Non passava mese senza una polemica. Steinitz sfidava tutti ad un match ( a soldi), ma molti rifiutavano
L'accusa fondamentale, a cui. Steinitz non seppe mai controbattere, fu:" Ma nelle tue partite non applichi i tuoi principi". In effetti, avevano ragione. Steinitz aveva rappresentato una partita a Scacchi come una reazione chimica. Il giocatore accumulava piccoli vantaggi ( gli elementi) ed a un certo punto questo dava luogo al prodotto finale( un tatticismo vincente, un guadagbo materiale). La Scuola Classica di Steinitz poggiava su basi difficili da verificare sperimentalmente. Tartakower ed altri fremevano… La morte di Steinitz in povertà fu un cattivo presagio. Ma oramai non potevamo più tornare al Medioevo del gioco combinativo sconsiderato. Il testimone fu preso dal Praeceptor Germania: un medico, il dott. Tarrasch. Lui aveva il compito di spiegare a tutti la Modernità. Era il nostro Cristoforo Colombo. La sua " Scuola Moderna" avrebbe spiegato a tutti come applicare la tabella di Steinitz!!
10:22
30 Novembre -0001
Il dott. Tarrasch era un uomo energico e volitivo. Due episodi mi son rimasti impressi, studiando la sua vita e le sue partite.
1) Rifiutò di giocare il match con Steinitz, per il titolo di Campione del Mondo, in quanto doveva frequentare il tirocinio da medico (sic!)
2) la sfida con Lasker. Nella prima partita, entrò in sala e, senza stringere la mano, disse:" Per lei, dr. Lasker, ho solo 3 parole. Matto, matto e matto". Fu massacrato. Lasker giocò una Spagnola variante di cambio che ho visto decine di volte.
Comunque, Tarrasch fu il più famoso Istruttore di scacchi tedesco. Nel 1912 scrisse " La moderna partita a Scacchi". Vi prego di osservare che TUTTI mettevano l'aggettivo " moderno", per paura del Medioevo, sempre in agguato ( le combinazioni! I gambetti!!). Ma la ribellione covava, sotto le ceneri. Nel 1914, sulla sua rivista di scacchi, Tarrasch emise un famoso anatema: chi non credeva che gli Scacchi fossero dominati e determinati da ferree leggi scientifiche, era fuori dal movimento scacchistico internazionale. Dopo la pausa della Grande Guerra, Tarrasch decise di usare le maniere forti contro i " giovani ribelli": chiedeva agli organizzatori dei tornei la lista dei partecipanti in anticipo, ed esercitava un assurdo " diritto di veto". Così, le teste calde che avevano osato fondare la " Scuola Iper moderna" ( Reti, Tartakower, Nimzowitsch) sarebbero rientrati nei ranghi. Anche qui, occorre ricordare la Storia dell'uomo. Nel 1922 arriva il fascismo in Italia, Tarrasch (ebreo) si converte al Cristianesimo, religione della razza ariana che prenderà il potere con Hitler. A Tarrasch sembrava " normale" compilare delle liste di proscrizione. Ma, cosa dicevano di tanto sconvolgente i giovani Maestri? Reti scrisse un libro nel 1923 col solito titolo " Moderna partita a Scacchi" in cui contrastava l'idea della occupazione del centro ( uno dei vantaggi permanenti di Steinitz). Nimzowitsch scrisse il " Mio sistema". L'idea era buona: visto che la principale accusa contro Steinitz era quella di non aver i applicato i suoi principi nelle proprie partite, scrivere dei libri usando le proprie esperienze avrebbe dato il colpo di grazia al duo Steinitz-Tarrasch. Purtroppo, la credibilità di Nimzowitsch presso i suoi colleghi GM era al lumicino. Lo prendevano in giro, considerandolo un simpatico mattacchione e nulla più. Indimenticabile lo scherzo fatto dal GM Hans Kmoch, che pubblicò una partita commentata Nimzowitsch- Sistemsson . Chi conosce l'inglese, capisce subito la bufala. "Figlio del Sistema" è la traduzione del nome del fantomatico avversario di Nimzo!! Già capiamo l'intento denigratorio…
So già cosa state pensando: Ma il Mio Sistema è un testo classico" . Vero. Vorrà dire che, quando andrete dal vostro medico di fiducia per sottoporgli i sintomi della malattia che vi affligge, gli chiederete: Dottore, ma Lei ha letto il Manuale di medicina di Avicenna? E' vecchio di secoli, ma è un classico…".
Ma allora, se Reti e Nimzowitch erano innocui, cosa distrusse Tarrasch e la sua Scuola? Un avvento incredibile, una RIBELLIONE DEI GRANDI MAESTRI, avvenuta a Carlsbad nel 1923. Per descrivere il terremoto, ho bisogno di qualche diagramma. Una cosa voglio anticipare: il nome del mandante. Solo una persona poteva convincere tanti GM a compiere una simile rivolta. Un uomo carismatico, ricco, bello, affascinante con le donne ( unico esempio, tra gli scacchisti, che di solito sono sfigati). Bravissimo a scacchi. Di lui Alekhine scrisse" Se non fosse esistito, noi scacchisti avremmo dovuto inventarlo" Il mandante della rivolta, lo Spartacus era il mitico CAPABLANCA.
4:29
30 Novembre -0001
Steinitz e Tarrasch avevano le idee molto chiare, per quanto riguarda le aperture: la MOBILITA' (Steinitz) ed il VANTAGGIO DI SPAZIO (Tarrasch) erano i parametri guida. Dunque, aperture come la Difesa Francese erano rigettate con forza (Steinitz:" Non giocherò mai un'apertura stupida come la Francese").
Con il Bianco, poi, l'apertura che TUTTI avrebbero dovuto giocare era la Partita Ortodossa. Già il nome scelto fa comprendere il significato mistico, religioso: chi era eretico, finiva sul rogo!
Vediamo le prime mosse:
1. d4 (occupa centro)
1...d5 (occupa centro)
2. c4 (lotta per il centro)
2...e6 (sostiene centro)
3. Cc3 (sviluppa e attacca centro)
3...Cf6 (sviluppa e sostiene centro. I cavalli prima degli alfieri, diceva Lasker nel suo "Manuale degli Scacchi")
4.Ag5 (sviluppa ed attacca centro)
4...Ae7 (sviluppa e schioda cavallo, aumentandone la mobilità)
rnbqk2r/ppp1bppp/4pn2/3p2B1/2PP4/2N5/PP2PPPP/R2QKBNR w KQkq - 0 5
Poi Cf3, e3 e così via. Quale straordinaria armonia! Un pezzo, un pedone. Prima un cavallo, poi un alfiere. Ed il risultato era sotto gli occhi di tutti: Ac8 "cattivo", privo di mobilità! Il primo tassello della vittoria. Il primo elemento posto a base della reazione chimica.
Ma, era vero?? COME SI VINCE?
I Maestri erano in crisi. Le partite giocate con questa apertura spesso finivano in patte noiose. Per ridurre il deficit di spazio, il Nero adottava manovre come ...Ce4 (una petite combination, la definiva Capablanca). E allora?
Al torneo di Carlsbad 1923, molti GM giocarono l'eretica 5.cxd5 exd5 (la Variante di Cambio del Gambetto di Donna Rifiutato, come oggi noi chiamiamo questa apertura):
rnbqk2r/ppp1bppp/5n2/3p2B1/3P4/2N5/PP2PPPP/R2QKBNR w KQkq - 0 6
Al dott. Tarrasch venne un mezzo infarto. In una mossa sola, il Bianco aveva
a) liberato l'Ac8
b) offerto al Nero una maggioranza sul lato di Donna, uno dei vantaggi permanenti, secondo la tabella di Steinitz. Assurdo ma vero. Il fatto è che Capablanca aveva ideato e mostrato un piano, passato alla Storia come "Attacco di minoranza": il Bianco gioca b2-b4-b5xc6 e poi attacca il pedone c6, arretrato su colonna aperta. Un target più chiaro, rispetto al fumoso "alfiere cattivo" in c8.
In pochi giorni, nell'arco di un torneo, le polemiche tra Scuola Moderna (Tarrasch) ed Ipermoderna (con Nimzowitsch che difendeva le ragioni della Francese) venivano spazzate via.
Il vento della Storia soffiava in altre zone: in Unione Sovietica, dove nell'ottobre 1917 si era aperta una breccia nel Palazzo d'Inverno e negli Scacchi, con la nascita della Scuola Sovietica di Scacchi (prossimo post).
Prima di lasciare, indicazioni bibliografiche.
Avrete capito che i libri prodotti in quel periodo erano fuorvianti, accecati da odi e ripicche personali. Anche del Manuale di Lasker, lasciatemelo dire, si salvano sì e no trenta pagine. Tutto il resto è noiso, inutile, datato. Ma se voi siete i tipi che, sdraiati su un lettino chirurgico per una delicata operazione, chiedete:"Dottore, ma Lei ha letto l'Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus di William Harvey, prima di incidermi col bisturi?" beh allora leggetevi tutte le schifezze che ho citato prima
8:19
30 Novembre -0001
Con la Scuola Sovietica, finalmente si smise di considerare gli Scacchi un passatempo per nobili e ricchi borghesi. Ma, per farlo diventare uno Sport di massa, occorreva identificare una struttura adatta. La risposta era ovvia: gli insegnanti di Educazione Fisica!! Se erano capaci di allenare un ragazzo alla corsa, al salto o al pugilato, perchè non provare ad insegnare uno sport come gli Scacchi, con lo stesso metodo?
A tal proposito, ricordo cosa scrisse Botvinnik nel 1939. Propose di valutare la forza di uno scacchista in base a quattro parametri: talento, carattere, salute e preparazione. Ciò che suscita maggior interesse nel gioco di un forte scacchista è il suo modo di pensare, che è diretta conseguenza delle attitudini naturali che si sviluppano nel processo del perfezionamento alla scacchiera (quello che Botvinnik definì talento specifico) e da una preparazione specifica.
La soluzione adottata, per una diffusione capillare del gioco, fu quella delle dispense, da distribuire in ciclostile. I contenuti erano molto diversi, rispetto ai libri citati sinora. Per avere un'idea, vi segnalo una Serie di libretti ("Piccola biblioteca di scacchi" editore Caissa – Ungheria).
Il n.7 è il mio preferito:
B.A. Slotnik "Posizioni tipiche del mediogioco"
E' tradotto in italiano, stampato in 500 copie (credo sia difficile reperirlo; lo pagai sui 5 euro, mi sembra).
Copio ed incollo dalla prefazione:
"L'opera del titolare della cattedra di Scacchi presso l'Istituto Statale Centrale di Educazione Fisica, Maestro B.A. Slotnik, è dedicato ad uno dei principali problemi nel perfezionamento di uno scacchista: lo studio delle posizioni tipiche e dei modi di manovrare in mediogioco.
E' la prima volta al mondo che questo problema viene affrontato in una ricerca così dettagliata."
Ovviamente, l'enfasi da "realismo socialista" fa un po' sorridere, oggigiorno. Però, in effetti, c'era una svolta radicale: ad esempio, le posizioni col Pedone di Donna Isolato erano predilette da Tarrasch, e quindi Nimzowitsch ne parlava male, nel "Mio Sistema". E così via: tutte polemiche sterili! Ora, invece, un nuovo insegnamento, pratico: ho questa struttura pedonale. Cosa devo fare??? Punto e basta!!! Il libretto (circa 135 pagine) era costituito da lezioni frontali e schede di esercizi (diagrammi). Un metodo ovvio, a scuola...
Tornando alle ere, siamo arrivati al 1935, vero spartiacque tra Modernità e Medioevo (secondo Berliner). Più tardi, citerò un autore italiano, che indica nel 1938 tale spartiacque. Comunque, siamo arrivati alla Scuola Dinamica, di Alekhine e Rubinstein.
Ne parlerò nel prossimo post, DOPO LE VACANZE PASQUALI.
3:15
30 Novembre -0001
9:54
30 Novembre -0001
Son tornato da Pasqua a Dublino! Nonostante la birra Guinness, sono ancora in grado di continuare
Questo era il punto a cui tenevo di più: Scuola Dinamica.
Ma cosa diavolo significa il termine "dinamico", correlato ad uno scacchista?
Nel nostro linguaggio comune, una persona dinamica è una persona attiva, in movimento, dal carattere aggressivo. A Scacchi, nel mio immaginario, lo assegnerei volentieri ad uno come Alekhine ("il Maestro delle Diagonali"), uno che ci ha lasciato tante belle combinazioni. Ma, come mai Hans Berliner mi dice che tra i fondatori della Scuola Dinamica c'è Akiba Rubinstein? Questo era un Maestro ben noto per la sua tecnica in finale; alla scuola di Mark Dvoretsky il seguente libro è usato come libro di testo:
Razuvaev – "Rubinstein. Virtuoso della scacchiera" editore Prisma
Però, dopo averlo letto, vi assicuro che vi sono solo 2 combinazioni degne di nota! Per il resto, finali ed analisi, analisi e finali.
E dunque??
Per comprendere bene queste due ere (Scuola Sovietica e Scuola Dinamica) occorre conoscere il SEGRETO DEI RUSSI per migliorare a Scacchi.
Forse, avevano qualche "dispensa" miracolosa? Qualche particolare "lezione" fatta da qualche Grande Maestro?
La caratteristica fondamentale della Scuola Sovietica, quella che ho prodotto migliaia di forti giocatori era ed è questa: la DILIGENTE ANALISI DELLE PROPRIE PARTITE.
Tutte le partite giocate a tavolino dovevano essere sottoposte ad una rigorosa analisi casalinga, per capire esattamente cosa era andato male o bene. Poi, queste analisi erano discusse in gruppi di giocatori al circolo o sottoposte al proprio Istruttore. Quando tu sai che devi presentare le tue conclusioni al tuo trainer o ad un gruppo di giocatori, senza dubbio sarai motivato ad analizzarle bene! Spesso vedo persone che spendono soldi per avere lezioni (o comprare libri!!!) da Maestri o Grandi Maestri, credendo che la loro bravura si possa trasmettere per telepatia o per osmosi. Quando poi chiedo: "Dove giochi?", rispondono "A 15' su Chess.com". Bene, questi possono prendere lezioni da Fabiano Caruana in persona, ma rimarranno sempre giocatori scarsi. E' molto importante lavorare in modo indipendente sulle proprie partite giocate a tavolino, senza motori (ovviamente). Analizzare e guardare le partite dei Grandi Maestri ha un senso, ma solo come complemento (ad esempio, usando partite giocate con varianti del proprio repertorio). Solo il rapporto con l'istruttore od il gruppo di lavoro al circolo può aiutarti ad evidenziare schemi (pattern recognition), a correggere errori o a suggerire materiale utile di approfondimento.
Chiarito questo punto essenziale, nel prossimo post potrò parlare di Alekhine e Rubinstein.
10:15
30 Novembre -0001
Botvinnik portò alle estreme conseguenze il dettato della Scuola Sovietica, in quanto non solo pubblicò tutte le sue partite, ma addirittura pubblicò tutte le analisi post-mortem delle partite stesse! Permettetemi dunque una pausa, per approfondire questo punto critico.
Al ritorno dalle vacanze pasquali, ho trovato tra le mail vari databases di "studenti" ed "ex-studenti". Ecco uno stralcio tratto da un ex-studente:
Non credo mi sentirò più di chiederti di analizzare le mie partite gratis, visto che il mio istruttore lo farà (giustamente) a pagamento, ma spero di trovarti comunque disponibile ad una sorta di "supervisione" periodica.
Questo è un esempio negativo illuminante. Pagare un Maestro per "farsi analizzare" le partite non conduce a nulla. E' come se io volessi imparare a guidare l'auto, pagando un taxi. Le partite devono essere analizzate dallo studente, in modo indipendente (è faticoso, lo so. E' stancante, lo so. Ma è l'unica strada per migliorare e non rimanere "Seconde Nazionali a vita"). Il Maestro interviene solo dopo. Come?
Ecco due esempi positivi, giusto di oggi.
a) SECONDA NAZIONALE:
1rb2rk1/p1pp1ppp/1p3n2/3P4/2P5/3PB1P1/P2K1PBP/R6R w - - 0 15
Tocca allo studente, che col Bianco ha giocato 15.a4 (il Nero aveva appena giocato 14...b6). La sua nota è stata:
La mossa 15,a4 mi hanno detto che è sicuramente un errore. e che era sbagliato anche il mio piano, che avrei dovuto giocare invece Ad4 e Te1 ma assolutamente no a4 .E' vero?
Dal commento, si capisce che lo studente (correttamente) ha analizzato subito dopo la partita. Poi, a casa, è rimasto col dubbio. Il mio compito non è stato quello di dire:" a4 era buona" oppure "era migliore Tfe1 centralizzando la Torre". Mi sono limitato a dire che 15.a4 era degna di punto esclamativo, in quanto è stato "un minipiano logico, per migliorare la struttura pedonale del Bianco". Ed ho aggiunto di guardare la prima parte del video free "Cannone di Alekhine", dove Nimzowitsch giocò ....b6 ed Alekhine rispose appunto a4.
Dunque, un'analisi concreta, ma che parte da una analisi FATTA DALLO STUDENTE. Studiare aperture, piani fantastici di mediogioco ecc.ecc. non serve a nulla, se non si applicano nelle PROPRIE partite. Un secondo esempio lo abbiamo da quest'altra Seconda Nazionale:
b)
rnbq1rk1/ppp1ppbp/3p1np1/8/3PP3/2NB4/PPPBNPPP/R2QK2R b KQ - 0 6
Sono passate solo 6 mosse. Lo studente ha il Nero ed ha giocato 6...e5?!
E' evidente che non ha compreso bene i piani della Pirc. Mosse come 6...c5 o 6...Cbd7 7.0-0 c5 sarebbero state più logiche, in quanto avrebbero aiutato l'azione dell'Ag7 sulla grande diagonale scura.
Pertanto, ho aggiunto ai suoi commenti delle linee teoriche da studiare, come 1.e4 d6 2.f4 d5!? o 1.e4 d6 2.d4 Cf6 3.Ad3 e5 4.c3 d5!? per fargli apprezzare alcune idee dinamiche della Pirc che non conosceva (ho visto anche altre sue Pirc, nel passato recente).
Ora, questo tipo di confronto, non è possibile se lo studente è ancora nella fase del "pezzo in presa"! Però, acquisiti i fondamentali, l'analisi delle PROPRIE partite (fatte da soli: non ha senso farsele fare a pagamento da Magnus Carlsen in persona!!) rimane il principale insegnamento della Scuola Sovietica. Ed ora Rubinstein-Alekhine, scusatemi per la digressione!
8:09
30 Novembre -0001
SCUOLA DINAMICA.
L'insegnamento di Steinitz (Scuola Classica), di Tarrasch (Scuola Moderna), di Nimzowitsch e Reti (Scuola Ipermoderna) erano tutti volti a trattare gli elementi statici delle posizioni. La Scuola Dinamica (Alekhine e Rubinstein fondatori, Keres e Tal principali esponenti) non altera il giudizio su questi elementi, ma li redifinisce in base al contesto specifico. In altre parole, il valore di ogni elemento descritto dalle Scuole precedenti non è statico, ma cambia in base alla situazione concreta. Un pedone doppiato può essere debole in una posizione, ma forte in un'altra. L'occupazione del centro può essere utile in un contesto, inutile in un altro. Un blocco può avere valore in un dato momento, negativo in un altro.
La vita di Alekhine e Rubinstein è illuminante, al proposito.
Alexander Alekhine era di famiglia ricca. La madre aveva commercio all'ingrosso di frutta e verdura; padre nobile con patrimonio immobiliare. Alexander studiò in un Liceo privato, poi andò ad una Università a pagamento (Giurisprudenza). All'improvviso, la catastrofe: l'attività della madre fallisce e la donna muore; il padre aveva due vizi: alcool e gioco. Secondo alcuni, in una sola notte al Casinò di Montecarlo dilapidò i suoi averi. Non ci credo, ma comunque Alekhine fu costretto ad andare all'Università pubblica. Laureato, emigrò a Parigi per lavorare presso uno studio legale. Però, era forte, aScacchi. Il sogno era sfidare Capablanca. Ma allora, il Campione del Mondo poneva una "borsa" come condizione: Alekhine non aveva certo i soldi necessari per accettare le condizioni del ricco Capablanca! Allora, fece un piano in tre fasi:
1) Vincere tornei (facile, per uno come lui...)
2) Vincere tornei in modo convincente (in partita, cercava volontariamente le linee più difficili da calcolare, per mostrare la sua forza)
3) Vincere e convincere anche nel post-mortem! Alekhine compilava dei quaderni di ANALISI DELLE PROPRIE PARTITE (copertina nera, quadretti rossi), con cui cercava di dimostrare che avrebbe vinto sempre, con qualsiasi replica dell'avversario.
Poi, andava in giro coi quaderni a cercare SPONSOR. Convinse vari mecenati, che gli misero a disposizione una somma tale da coprire la borsa richiesta da Capablanca
Akiba Rubinstein faceva il commesso in una macelleria ebraica. Era seconda nazionale (sì, hai letto bene) ed andava al circolo di Lodz, dove c'era Salwe, un Maestro con buona esperienza internazionale (giocò anche in nazionale). Per 6 mesi Rubinstein scomparve. Tornò una sera e disse:"Voglio giocare col più forte", che era Salwe, ovviamente. Giocò 2 partite e vinse. Salwe si incazzò come una belva e lo sfidò ad un match su 6 partite, ma Akiba vinse anche il match. "Cosa hai fatto? Da chi sei andato alezione?". Rubinstein rispose:"Ho capito la Dinamica. Ho studiato le partite dei Maestri, analizzandole per capire il significato delle mosse che scelgono loro".
Ecco. Il segreto della Scuola Dinamica è il rifiuto dei dogmi. Assorbite le conoscenze dei predecessori, i Principi andavano applicati solo col duro lavoro dell'analisi.
Quando nasce la Scuola Dinamica?
Secondo Berliner ("Il Sistema") nel 1935.
Secondo il Maestro veneziano Stalda ("Gli Scacchi nel 1946") nel 1938 col torneo A.V.R.O.
Secondo Lars Bo Hansen ("Improve your chess by learning from the champions" 2009) nel 1945.
Ovviamente, non ha molta importanza. Anche la data di chiusura (1965? 1972 con la sfida Fischer-Spassky?) non ha molto rilevo.
La successiva Scuola, la IperDinamica, assegnata a Kasparov si basa sullo stesso fondamento: ciò che conta è l'analisi individuale delle proprie partite, controllate poi da altri. Kasparov aveva un formidabile team di analisti che gli facevano da sparring partners. Ma un po' tutti, oggi, hanno un istruttore di fiducia con cui confrontarsi. Concludo con Kramnik:" A Scacchi esistono più eccezioni che regole". Questo era l'errore di Steinitz, Nimzowitsch eccetera eccetera: credere di poter dare "Regole Universali", Principi sempre validi, in ogni posizione.
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