Maestro, benritrovato.
Il forum e le videolezioni sono imperniati di messaggi - per nulla subliminali - contro "Il mio sistema" e "Il blocco" di Nimzowitch. Comprendo e condivido.
Purtroppo (o per fortuna) possiedo una rarissima - direi unica al mondo - copia de "Il mio sistema" e "La pratica del mio sistema" rilegati insieme a mano in un unico volume con copertina in simil "pelle umana": una reliquia pagata due soldi usata (ci sara' un perche') e che nonostante le critiche tengo come un tesoro, e ci ho infilato tra le pagine una vecchia banconota da 20000 dinari di trenta anni fa come segnalibro. Non posso bruciarlo. Sarebbe come bruciare la prima copia autentica del numero di Rat-man (qualcuno spero capira' questa citazione...).
Sebbene, dopo tutti i commenti letti, la tentazione di addentrarmi nei meandri de "Il mio sistema" sia definitivamente passata, soprattutto ai consigli letti qui, rimane comunque un dubbio: il (pessimo) giudizio si applica anche alla "Pratica del mio sistema" ?
Riformulo: lo studio delle partite commentate e' importante. Con i mezzi a disposizione non e' difficilissimo trovare partite commentate.
Capire quali siano "buone" e soprattutto organizzarle in modo organico e metodico e' invece decisamente piu' difficile: trovarle commentate E ben organizzate e' un altro paio di maniche. Collezioni di partite ben commentate e organizzate per temi son materiale pregiato (e solitamente costoso).
Ora, sarei pur contento di lasciare il doppio librone rilegato in pelle umana a prender polvere, ma, in sostanza, c'e' qualche speranza che "La pratica del mio sistema" ritorni utile?
Grazie
Saluti
M.
12:16
16 Maggio 2017
Condivido che "il mio sistema" non è un libro semplice, ed anche ben poco digeribile.
Gli argomenti sono trattati secondo un filo logico piuttosto strano. Elementi di apertura esauriti in pochi enunciati con qualche pur valido esempio. Poi si passa ad alcune situazioni strategiche "classiche" tipo colonna aperta e settima posizione. Poi il finale, poi si riprende con altre situazioni tattiche etc.
Però è da dire una cosa. Probabilmente è il primo libro della storia degli scacchi che imposta il gioco "moderno" come lo intendiamo. Vale a dire che è uno spartiacque tra quello che c'era prima e quello che è venuto dopo. A buona ragione lo si può considerare rivoluzionario.
Ed è da comprendere la sua natura poco "sistematica" (contrariamente al titolo...) a me sembra che siano degli "appunti" messi poi in forma di libro. Di qui tutti i pregi e difetti.
Dopo essermici scornato parecchio, con alcuni concetti più oscuri di un buco nero, ho desistito.
7:29
13 Maggio 2015
Io l'ho letto quand'ero un ragazzino e mi ha permesso di arrivare 7° al mio primo torneo. Considerato che fino ad allora avevo giocato solo all'oratorio e con qualche amico e non avevo mai visto un circolo di scacchi (e nemmeno un orologio o una scacchiera da torneo!), devo riconoscere a quel libro e al "Libro completo degli scacchi" di Chicco e Porreca il merito di avermi introdotto agli scacchi come qualcosa di più di un gioco. Ho poi giocato a lungo con i concetti di avamposto e di candidato in testa, con risultati a livello di 3a/2a Nazionale (poi ho smesso di giocare tornei per anni). Per un ragazzino che viveva in un paesino di provincia, senza un circolo e senza istruttori validi, all'epoca erano ottimi risultati, dovuti anche a libri come "Il mio sistema".
Insomma, per chi inizia non è un libro da demonizzare, si tratta di un punto di vista sugli scacchi che può fornire qualche spunto per costruirsi un proprio stile. Non ci si deve fermare lì ed i concetti attuali lo hanno forse in buona parte "demolito" ma restano comunque delle idee da sperimentare, magari anche solo in partite amichevoli.
Il libro l'ho prestato a cavallo dei primi anni '90 e non mi è più tornato indietro, come spesso accade! Un po' mi dispiace, in fondo, perché è parte della mia umile "carriera" scacchistica.
10:56
16 Maggio 2017
11:09
20 Febbraio 2012
Che io sappia, il secondo volume, la Prassi del Mio Sistema, stava sotto il cuscino di un certo Petrosian. Anche Fischer studiava più volentieri le partite di Steinitz o di Staunton rispetto a quelle dei suoi contemporanei. Ma stiamo parlando di giganti degli scacchi, che avevano una comprensione profondissima del gioco. E basi solidissime. Edificate altrove, NON direttamente su Nimzowitsch o su Steinitz, con la costante supervisione di un maestro esperto (Ebralidze per il primo, Lombardy per il secondo). Può bastare?
Insisto precisando che, sempre che io sappia, Ebralidze non ha lasciato libri, ma un campione. Lombardy, morto recentemente, di libri ne ha scritti diversi, di poca fortuna forse, ma molto preziosi per chi sappia cogliere certi spunti (l'ultimo, sulla propria carriera, ricchissimo di riferimenti al suo rapporto di istruttore con Fischer, è grandioso).
Poi Fischer studiava anche il Bilguer (1843) ed altri testi anche più vecchi. Similmente, ma in maniera meno maniacale faceva Larsen. Poi leggeva anche riviste in serbo e ogni qualvolta ci riusciva non disdegnava neppure appunti manoscritti, scovati dai collezionisti nei posti più impensabili.
Most Users Ever Online: 124
Currently Online:
20 Guest(s)
Currently Browsing this Page:
1 Guest(s)
Top Posters:
madame x: 501
Masterblaster: 235
Stefano Gemma: 202
pinkmoon: 146
DNApisano: 139
Luciano: 111
Member Stats:
Guest Posters: 3
Members: 7565
Moderators: 0
Admins: 1
Forum Stats:
Groups: 1
Forums: 1
Topics: 317
Posts: 4072
Newest Members: Trabbo
Administrators: Giuseppe Tarascio: 1932