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2:12
13 Ottobre 2013
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Ho appena finito di giocare il belllissimo 3° Festival dell'Etna (open B) dove gli organizzatori hanno dato la possibilità ai giocatori di partecipare ad una lezione gratuita del GM Korneev. Chiaramente non mi sono lasciato sfuggire l'occasione. Il GM ha esordito dicendo che aveva postulato una formula per misurare la forza scacchistica, cosa che mi ha subito lasciato tra lo scettico ed il perplesso. Devo però ammettere che ben presto il suo discorso è diventato convincente ed avvincente. Ma veniamo al sodo. Korneev sostiene che la forza di un giocatore di scacchi si misura con questa formula
(A+B+C+D+E) x Forza psicologica x Energia
dove (in ordine decrescente di importanza)
A= forza di calcolo
B= tattica
C= repertorio di aperture
D= capacità posizionali
E= finali
Sostanzialmente le componenti tecniche sono la base ma i moltiplicatori risultano gli elementi di maggior importanza. Chiaramente il suo ragionamento è diretto a giocatori agonistici non certo a chi gioca on line e si crede un Maestro salvo poi lasciare il pezzo in presa se gioca a tavolino per lo stress da torneo. Mi è sembrato di ritrovare tante delle cose sempre sostenute dal ns caro M Tarascio e del resto l'ordine delle componenti tecniche è abbastanza simile alla progressione del Corso. Mi ha stupito però l'ordine di importanza assegnato ad aperture e finali anche se, sostiene Korneev, le aperture sono molto importanti nel senso che va costruito un proprio repertorio coerente con le peculiarità del giocatore nelle altre 4 componenti. Ossia, per esempio, il giocatore forte nei primi due deve avere un repertorio (sia da B che da N) che sfrutti queste caratteristiche. La cosa mi è parsa abbastanza sensata in effetti.
Per quanto attiene alla Forza psicologica ed all'Energia credo meritino una piccola spiegazione del loro significato. Per forza psicologica il GM intende la forza caratteriale ossia la capicità di giocare senza temere gli avversari, di non deprimersi dopo le sconfitte, di dormire bene la notte prima della partita e così via. Per Energia intende la forma fisica che deve essere curata con attività ed alimentazione.
A me, per l'esperienza che ho fatto e sto facendo nei tornei, mi è parso che abbia colto nel segno. Ho conosciuto tanti giocatori fortissimi nelle aperture, nella tattica, nelle "chiacchiere" ma poi fanno tornei orrendi perchè sono timorosi degli avversari con Elo più alto o sono fortemente condizionati da ragionamenti sull'Elo. Di contro conosco tanti giovani che pur essendo ancora dei CM o MFSI quando incontrano un GM giocano senza timore e vincono o pattano molto più spesso di quanto ci si potrebbe aspettare.
Al di là del dogmatismo, che non era presente nella esposizione e nei ragionamenti di Korneev, Maestro che ne pensa?
4:16
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30 Novembre -0001
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Sono pienamente d'accordo con Korneev. Non vi trovo nulla di "dogmatico".
Per verificare la validità della formula, basta assegnare al fattore "Forza psicologica" (la volontà, il carattere) il suo corretto valore: un chess engine ha assenza totale di Forza psicologica, quindi il valore assegnato è 0 (zero). Moltiplicando per zero, ne ricaviamo il valore REALE dell'ELO di un qualsiasi motore scacchistico: ZERO SPACCATO. Pertanto, la formula è verificata!
5:11
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13 Maggio 2015
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Giuseppe Tarascio ha detto
Sono pienamente d'accordo con Korneev. Non vi trovo nulla di "dogmatico".
Per verificare la validità della formula, basta assegnare al fattore "Forza psicologica" (la volontà, il carattere) il suo corretto valore: un chess engine ha assenza totale di Forza psicologica, quindi il valore assegnato è 0 (zero). Moltiplicando per zero, ne ricaviamo il valore REALE dell'ELO di un qualsiasi motore scacchistico: ZERO SPACCATO. Pertanto, la formula è verificata!
Sì, vabbeh... in realtà un engine ha forza psicologica 1 (100%), se confrontata ad un umano (tra 0% e 100%), perché non ha mai paura dell'avversario (che non "vede" neanche) ed ha un altissimo valore per A e relativamente anche per C (conosce tutte le aperture ma spesso non le capisce). In alcuni finali, ha un valore "infinito" per E (finali fino a 6/7 pezzi ed altri teorici) ma manca di flessibilità per quelli che non conosce. Per quanto riguarda l'energia, anch'essa è sempre al 100% ma potremmo legarla all'hardware su cui gira al momento in cui gioca, per essere pignoli.
Insomma, la formula è molto istruttiva per gli umani ma assolutamente inapplicabile (o scarsamente applicabile) agli engine.
7:10
13 Ottobre 2013
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La cosa che ha reso molto interessante la lezione e fruibile la formula è stata l'indicazione secondo Korneev di come lavorare sui vari punti allenando i vari elementi. Il tutto reso più gustoso dai suoi riferimenti ai grandi CdM del passato in relazione alla formula ed a come abbiamo mutato durante la loro carriera le proprie aperture per allinearle al mutamento che i 5 elementi tecnici andavano subendo con l'evolversi della carriera e l'avanzare dell'età. Lui infatti sostiene che in genere i giovani hanno grande vantaggio sui primi due punti mentre il 4° soprattutto e il 5° sono meno sviluppati percui da giovani molti CdM spesso avevano repertorio più votato ad aperture dinamiche che poi nel corso degli anni hanno cominciato a spostare verso aperture sempre più posizionali. Non ho una conoscenza storica degli scacchi tanto approfondita per sapere se in effetti sia stato così ma non credo sia molto lontano dalla realtà.
9:14
20 Febbraio 2012
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Mi sono imbattuto in un'intervista a Mesgen Amanov, che, a prescindere dalle considerazioni di Kornev sulla scelta del repertorio, si esprime nello stesso senso rispetto al resto (forza psicologica + energia). Riguardo agli scacchi agonistici, professionali, puntualizza inoltre che non è poi così difficile ottenere 2200 punti elo, mentre, a suo parere, da 2200 a 2500 la faccenda è cinque volte più difficile. È pacifico che sia indispensabile studiare seriamente, dove per seriamente si intende almeno 6-8 ore al giorno. Quindi qualitativamente e quantitativamente, gli scacchi agonistici sono né più né meno che una professione. La forza psicologica va curata con molta attenzione, esercitandosi a padroneggiare situazioni di stress e articolando la preparazione ai tornei con una ferrea volontà di vincerli. Scegliere improbabili scorciatoie o repertori che tagliano la teoria da studiare non è evidentemente una scelta professionale. Un giocatore che ha ambizioni agonistiche deve considerarsi un alteta, e quindi curare la preparazione fisica con la stessa attenzione che dedica al resto. È considerato ottimale dedicarsi allo sport (reale, impegnativo, non passeggiatine o altre amenità) 3-4 volte a settimana. Quindi alle 6-8 ore di studio quotidiano si devono aggiungere varie sessioni di attività fisica non esattamente leggera. Gli scacchi non sono un "gioco"...
Amanov precisa, raccontando la sua vita per gli scacchi, che attualmente si dedica quasi esclusivamente all'insegnamento. È un GM, che ha raggiunto un picco di 2600 o giù di lì, ma negli ultimi tempi confessa di esser sceso di 150 punti, perché non riesce a studiare e a prepararsi adeguatamente.
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