3:15
11 Febbraio 2011
Vorrei un parere riguardo al comportamento corretto da adottare in situazioni che si presentano frequentemente soprattutto nelle partite con tempi brevi (5 o 10 minuti).
Ad esempio, sappiamo che è buona norma abbandonare la partita in situazione di manifesta inferiorità, tuttavia, se io mi trovo in una posizione persa, ma vedo che il mio avversario è a corto di tempo e può non finire entro il termine, devo abbandonare o posso traccheggiare con mosse inutili aspettando che trascorra il tempo?
E, analogamente, se il mio avversario vede che non ce la fa con il tempo e mi propone la patta, devo accettare o rifiuto aspettando che passino i pochi minuti o secondi che mancano alla fine?
Ovviamente sto parlando comunque di partite amichevoli, senza alcuna posta in palio, ma vorrei sapere secondo l'etica scacchistica qual è il comportamento più idoneo da seguire in questi casi.
12:36
1 Settembre 2011
Penso che l'etica sia una cosa e il carattere personale un'altra.
Io quando giocavo a carte nella pausa pranzo sul lavoro (Tieni conto che il tempo era ridotto a 15-20 minuti e quindi non si finiva nemmeno una partita ai 21) giocavo per vincere, sempre.
Quando al corso di inglese a fine lezione facciamo un giochino che consiste nell'indovinare più parole data una determinata lettera, io mi impegno al massimo, gioco sempre e solo per vincere.
Ogni volta che c'è una gara la faccio per vincere.
Quindi riguardo all'etica che dire?
Se fai partire a 5-10 minuti dove si può vincere anche per il tempo, scambia e vinci. Punto!
Altrimenti, se ti fai queste paranoie cambia le regole. Vince chi dà lo scacco matto.
11:15
25 Febbraio 2010
Non credo che sia una questione di etica scacchistica. Semplicemente il tempo fa parte intergrale della partita. Se facciamo valere la regola "pezzo toccato pezzo mosso" o che le mosse irregolari sono scorrette, non vedo perchè giocare sul tempo sia un comportamento poco corretto. Anche in questo caso ci sono delle regole che un arbitro può applicare o che possono essere concordate far amici. Per esempio che se nessuno dei due colori cerca di vincere ma si limita a fare delle mosse, allora si può concordare la patta.
Basta però usare gli orologi elettronici e aggiungere ad ogni mossa secondi perchè questo problema non si ponga o si ponga solo in pochissimi casi.
6:12
7 Luglio 2012
Durante un piccolo torneo,ero in un finale di perfetta parita`,il mio avversario che gli mancavano due minuti,ha chiamato l'arbitro che gli disse(al mio avverario) che doveva dire(circa)le seguenti parole:"chiedo la patta perche il mio avverario non puo` vincere con mezzi normali",lui la disse e ottene la patta.
Non so se l'aveva inventato l'arbitro(visto che il torneo non era della federazione),ma ad ogni modo credo che dovevo vincere io visto che sono stato piu`svelto e intuitivo durante la partita.
6:21
30 Novembre -0001
Più che etica scacchistica io direi che sia un problema di "etica e basta". Esiste un regolamento? Allora va rispettato: vince chi riesce a dare matto nel limite di tempo stabilito. Per come la vedo io, chi cerca di insinuare che se sei in netta inferiorità contro un avversario agli sgoccioli col tempo allora "dovresti riconoscere la sua bravura e proporre/accettare la patta" sta usando solo un mezzuccio per approfittarsene cercando di fare leva sui sensi di colpa ed è lui ad essere veramente scorretto.
4:58
30 Novembre -0001
Devo riconoscere di aver esagerato, nel mio precedente intervento. Chiedo pertanto scusa a Qwerty8 ed a DavideV. Il fattore TEMPO è un elemento essenziale, a Scacchi, e va quindi valutato.
Ripensandoci, però, credo che in realtà l'unico colpevole sia….l'arbitro!! (come nelle partite di calcio!). Infatti, l'intervento dell'arbitro, così come descritto sopra, è stato un vero e proprio "suggerimento" al giocatore in difficoltà.
Però, e qui concludo, anche l'arbitro, se potesse risponderci, si giustificherebbe dicendo:"Ma era un torneo non omologato FSI, tra Non Classificati, ed ho solo approfittato dell'occasione per impartire una conoscenza sul Regolamento che poteva essere utile ad entrambi, in futuro…".
Come al solito, stabilire la verità è sempre un arduo compito.
3:02
22 Gennaio 2013
Penso che l'etica sia legata al rispetto delle regole; altra cosa è il "galateo", secondo me concetto più sottile. Voglio dire che il tempo di una partita è una variabile del gioco, e che ha un "valore sportivo" nel senso di "prestazione" l'aver fatto 30 mosse in 5 minuti o in 10, anche questa è una "abilità".
Esistono poi forme di "tutele" per comportamenti anti sportivi, quali la patta per materiale insufficiente o altre.
A mio avvviso se si resta nelle regole, l'etica è "salva".
Dicevo del galateo: se il mio avversario ha un matto in tre e venti secondi da giocare, e mi propone la patta, forse le regole non lo prevedono, e quindi se non accetto resto nell'etica; ciò non toglie che il galateo non sia stato rispettato.
E che il nostro sia un "nobile gioco" anzi "giuoco"
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