9:12
30 Novembre -0001
Sul sito del circolo di scacchi che ho contribuito a fondare nel 1974, http://www.asbarese.it ,vi è un articolo dell'amico Titta Rizzo "I miei primi 20 anni da CM", da cui traggo l'incipit:"Quanto tempo è necessario ad un giocatore che si sia affacciato alla categoria Magistrale per ottenere l'agognato titolo di Maestro? In particolar modo quando si ha la netta impressione che tale giocatore sia dotato di un certo talento? E di talento sembrava che il sottoscritto ne avesse abbastanza. Ne erano convinti parecchi "critici", e così finii per convincermene io stesso! In realtà sono passati oltre 20 anni da quando ho conseguito il titolo di Candidato, ed ancor oggi sono ben lungi dal traguardo."
E' un forte stimolo alla riflessione ed all'auto-diagnosi!
Onestamente non ho la bacchetta magica, nè credo di avere una soluzione unica per tutti, ma vorrei offrire degli spunti concreti su cui lavorare.
Spesso, durante la propria carriera scacchistica, sentiamo il bisogno di "ripartire da zero", alla ricerca di punti di vista diversi per approcciare la partita: lo sfruttamento degli avamposti, il principio delle 2 debolezze (Dvoretsky), il principio della minima compromissione in apertura, la teoria del cambio, la dinamica dei pezzi, la locale superiorità di forze, le falangi pedonali, la costruzione di un pensiero logico tramite l'analisi delle conseguenze delle mosse, l'esatto ordine delle mosse in apertura, sono solo alcuni dei moderni chunks che regolano il pensiero del giocatore di livello magistrale.
6:17
25 Febbraio 2010
Vi propongo un test sui finali di livello avanzato. Muove il N.
9:06
30 Novembre -0001
Per giocare bene un finale occorre "tecnica", si legge sui libri. Ora, cos'è la tecnica? Essenzialmente, un corretto flusso di pensiero, unito alla conoscenza di posizioni chiave. Per chiarezza, sintetizzo la "scaletta" mentale (utile anche in mediogioco!):
1) Valutazione della posizione;
2) Cosa vuole fare il mio avversario ? (minacce tattiche, a breve termine, ma anche posizionali, a lungo termine);
3) Cosa devo fare io? (il famoso "piano")
4) Calcolare le varianti (fin dove riesco: ahia!)
Aggiungo un altro punto:
5) Conosco delle posizioni o manovre chiave? (tipico del finale: ad esempio, Vancura eccecc).
Ok, al lavoro!
1) Valutazione.
Il Bianco ha due pedoni passati, di cui uno (il pedone c-) in sesta traversa. Il Nero ne ha solo uno, in quinta. Torri: la torre bianca sta davanti al pedone e non dietro (la posizione ottimale); però potrebbe sfruttare tale situazione dando, al momento opportuno, uno Scacco al Re per liberare di colpo la casa di promozione in c8. Re: il Re bianco deve avvicinarsi al pedone d5 del Nero. Il Re nero deve evitare ogni Scacco al Re da parte della Torre bianca (come appena detto).Valutazione: il Bianco sta meglio.
2) Cosa vuole fare il mio avversario (il Bianco)?
Lo abbiamo detto: spingere in c7 e poi dare Scacco. Ad esempio, dopo 1...Rf7; 2.c7, il Nero è in zugzwang (senza mosse). Infatti, se gioco 2...Re7 (avvicinandomi al pedone) il Bianco vince con 3.Te8+. Ovviamente se torno in g6 con 2...Rg6, ho solo perso un tempo prezioso, perchè il Bianco spingerà anche l'altro pedone con 3.e6 e sono ancor più nei guai!
3) Il mio piano (col Nero).
Il mio problema urgente è mettere al riparo il mio Re, e possibilmente attivarlo. Ad esempio, metterlo in e4, usando il pedone bianco e5 come scudo.
4) Calcolo.
Allora: 1...Rf5; 2.c7 Re4; 3.e6 accidenti! come fermo ora il pedone e6? Ci vorrebbe la torre in e7. Ok, altra variante: 1...Tf7+; 2.Re2 Rf5; 3.c7 Re4. Ok, ora, dopo 4.e6 posso giocare 4...Te7. La mia torre blocca entrambi i pedoni bianchi, il Re in e4 non può subire scacchi e difende 8il mio pedone d5. Una variante di 3 mosse è il mio massimo assoluto (di solito, uno della fascia ELO 2000/2200 non è mai in grado di calcolare varianti più lunghe). Ok, gioco 1...Tf7+.
Anche se è la mossa sbagliata, quanto meno ho usato un flusso di pensiero utile anche in altre occasioni!
9:39
30 Novembre -0001
Nel mio precedente post avevo elencato il seguente punto:
5) conosco delle manovre tipiche di quel finale?
Poi non l'ho trattato più, in quanto mi avrebbe portato lontano. Desidero però riprenderlo, con un esempio:
8/8/2k2ppp/8/1P1K4/6PP/8/8 w - - 0 1
Un finale di pedoni facile. Il Bianco può giocare 1.Rd5 oppure, in modo più diretto, 1.b5+ , in quanto sa che dopo 1...Rxb5; 2.Rd5 il finale è vinto facilmente (ad esempio 2...f5; 3.Re5 e così via, facendo strage dei pedoni).
Ora però guardiamo quest'altra posizione:
8/8/3rkppp/8/1P1R4/4K1PP/8/8 w - - 0 1
Un finale di Torre, con mossa al Bianco, che deve decidere se cambiare le Torri (con 1.Txd6+) o conservarle (con 1.Te4+). Senza bisogno di calcolare le varianti, come farebbe un computer, il mio cervello sa che deve cambiarle, perchè sa che dopo 1.Txd6+ Rxd6; 2.Rd4 Rc6 3.b5+ il finale è vinto.
Quindi, la conoscenza dei finali "aiuta" il nostro cervello a funzionare meglio, ad essere più rapidi.
Infatti, la scaletta mentale dei 4 punti che ho elencato in precedenza (imprescindibile, in mediogioco) può essere ridotta di molto in finale.
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