5:09
25 Febbraio 2010
http://en.chessbase.com/post/r.....26-09-2016
A soli 68 anni è scomparso quello che forse è il più noto fra gli istruttori di scacchi.
Autore di molti libri di successo, tutti abbastanza complessi ma sicuramente istruttivi, è stato considerato "l'istruttore degli istruttori"
5:32
30 Novembre -0001
Ho letto tutti i suoi libri. Il mio preferito è "Secrets of chess training", che ho studiato in modo ripetuto. Ho utilizzato vari degli esercizi di quel libro per fare lezione ad alcuni studenti baresi.
Invece di un epitaffio, ecco le mie sensazioni/ricordi:
1) Alla sua "Scuola per giovani pionieri" si poteva accedere solo con ELO 1900 FIDE. Aveva ragione: la selezione degli studenti ammessi ad un Corso di Scacchi deve esserci, se si vuole la qualità;
2) Dvoretsly era Maestro Internazionale, ma aveca come studenti dei G.M. del calibro di Dreev, Dolmatov, Yusupov. E' giusto: "l'allenatore di Usain Bolt non corre i 100 metri più veloce di Bolt";
3) La "cartoteca degli esercizi". Nei suoi libri, Dvoretsky diceva di aver raccolto un notevole numero di esercizi che somministrava ai suoi studenti. Per anni, ho sognato di poterne avere una copia! Alcuni li ha mostrati nei suoi libri (ad esempio, quelli che chiamava "Giocare sino alle estreme conseguenze": li ho sottoposti ad alcuni studenti, anni fa, con ottimi risultati. Ma bisogna essere "dal vivo", alla scacchiera davanti allo studente, per poterli applicare).
4) Come tutti gli istruttori moderni, non faceva uso di chess engines per le sue analisi. Questo è un punto a suo favore, secondo la mia opinione. Però, lo sottopose ad alcune critiche su determinate posizioni mostrate nei suoi testi. Questo prova che "la madre dei cretini è sempre incinta"! Le posizioni mostrate nei suoi libri valgono per il valore didattico, non per un valore numerico assoluto, come quello espresso da un motore.
5) Il suo Manuale sui finali non mi ha convinto, in quanto troppo difficile per un dilettante come me.
10:29
22 Gennaio 2013
2) Dvoretsly era Maestro Internazionale, ma aveca come studenti dei G.M. del calibro di Dreev, Dolmatov, Yusupov. E’ giusto: “l’allenatore di Usain Bolt non corre i 100 metri più veloce di Bolt”;
questa cosa mi ha colpito molto, in realtà.
Nel pensarci, mi sono fatto due ipotesi:
1) nonostante le sue enormi conoscenze scacchistiche, non ha avuto il tempo/la voglia di competere per ottenere il titolo di Grande Maestro. Questo è possibile, forse a lui non interessava, o comunque meno di quanto lo interessasse il suo lavoro di allenatore.
2) le sue grandi conoscenze scacchistiche non sono state sufficienti a permettergli di ottenere il titolo di Grande Maestro. E questa è un'ipotesi che destabilizza le mie poche certezze: che altro dovrebbe servire negli scacchi per vincere ? Una vasta conoscenza non basta ?
Voi che ne pensate ?
Nel rendere omaggio alla sua memoria, io posso dire di aver avuto fra le mani un paio di suoi libri, riposti dopo poche pagine nella libreria perhè assolutamente inadatti al mio livello: come leggere un trattato di fisica nucleare ad uno che vorrebbe un abbecedario per imparare a leggere. Ricordo di quelle poche pagine una prosa asciutta e concreta, senza fronzoli, in puro stile materialista-sovietico. Decisamente scientifico, se vogliamo.
Buona giornata a tutti.
1:49
13 Maggio 2015
aurelianobuendia ha detto
2) Dvoretsly era Maestro Internazionale, ma aveca come studenti dei G.M. del calibro di Dreev, Dolmatov, Yusupov. E’ giusto: “l’allenatore di Usain Bolt non corre i 100 metri più veloce di Bolt”;
questa cosa mi ha colpito molto, in realtà.
Nel pensarci, mi sono fatto due ipotesi:
1) nonostante le sue enormi conoscenze scacchistiche, non ha avuto il tempo/la voglia di competere per ottenere il titolo di Grande Maestro. Questo è possibile, forse a lui non interessava, o comunque meno di quanto lo interessasse il suo lavoro di allenatore.
2) le sue grandi conoscenze scacchistiche non sono state sufficienti a permettergli di ottenere il titolo di Grande Maestro. E questa è un'ipotesi che destabilizza le mie poche certezze: che altro dovrebbe servire negli scacchi per vincere ? Una vasta conoscenza non basta ?
Voi che ne pensate ?
Nel rendere omaggio alla sua memoria, io posso dire di aver avuto fra le mani un paio di suoi libri, riposti dopo poche pagine nella libreria perhè assolutamente inadatti al mio livello: come leggere un trattato di fisica nucleare ad uno che vorrebbe un abbecedario per imparare a leggere. Ricordo di quelle poche pagine una prosa asciutta e concreta, senza fronzoli, in puro stile materialista-sovietico. Decisamente scientifico, se vogliamo.
Buona giornata a tutti.
Puoi studiare fisica quanto vuoi ma non diventerai mai Einstein. Puoi studiare composizione fin che vuoi ma non diventerai mai Mozart. Sapere è indispensabile ma non basta, per arrivare al "top", in qualunque campo. Cosa manca? Quel "qualcosa" che distingue un genio da una persona comune o un GM da un M.
2:30
30 Novembre -0001
Sono tendenzialmente d'accordo con quanto espresso da Stefano Gemma, ma vorrei sottolineare il pensiero da me sottinteso: la "carriera" di un agonista e la "carriera" di un istruttore talvolta non coincidono. Ad esempio, Bearzot era l'allenatore della squadra di calcio che vinse il Campionato del Mondo di calcio nel 1982, ma NON era lui stesso un calciatore professionista. E questo vale anche in altri campi. Giusto per fare un esempio vicino a Stefano Gemma (informatico e programmatore del motore scacchistici ORIGINALE "Satana"): esistono persone NON laureate in informatica (dunque, incompetenti, ossia privi delle competenze), NON scacchisti (Non Classificati, quindi incapaci, ossia privi delle capacità) che però, smanettando allegramente, riescono a creare cloni e derivati di chess engines che hanno ELO superiore a Magnus Carlsen! Dunque, terrei netta la separazione fra ambiti differenti: agonisti/istruttori nel modo seguente:
La AUTOREVOLEZZA di agonista è data dai risultati nei tornei e dall'ELO;
la AUTOREVOLEZZA di un istruttore è data dai progressi dei propri studenti;
la AUTOREVOLEZZA di un chess engine è dato da un codice sorgente originale, scritto interamente dall'autore.
P.S. Rispondo in anticipo alla tua curiosità: ed il sottoscritto, come si auto-valuta?
Come agonista, soddisfacente (nell'ultimo mio torneo valido per l'ELO FIDE, disputato a marzo 2016, 6 mesi fa, sono rimasto imbattuto. Controllate sul sito FIDE o FSI ). Come istruttore dovrei essere un cane, a giudicare dalle scarse visualizzazioni su Youtube e dagli insulti che ricevo spesso in Rete. Ma, dopo la mia morte, farò stampare le mail private di ringraziamento che ricevo spesso, che mi spingono a continuare a reggere in piedi questo sito.
6:34
13 Maggio 2015
Credo proprio che dopo la tua morte non potrai far stampare nulla; meglio dare disposizioni per tempo a chi resterà vivo! 😉
Scherzi a parte, io non mi stupisco che si possa insegnare bene qualcosa anche senza saperla fare materialmente bene; l'importante è che si sappia come andrebbe fatta e che si riesca a trasferire questo sapere a qualcuno. Allenare non è giocare, altrimenti dovremmo pretendere da un dentista che si faccia venire una carie, prima di curare la nostra? 🙂
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