Videolezione 42
Repertorio per il Bianco: COME DISTRUGGERE L’HIPPO
L’Hippopotamus (Hippo) è un sistema con una filosofia simile al Riccio (Hedgehog): il Nero si sviluppa nelle prime tre traverse, lasciando il Bianco il permesso di occupare il centro, riservandosi il compito di indebolire il “Centro Ideale” del Bianco con opportune spinte di rottura.
I suoi genitori sono la Difesa Moderna (1.e4 g6) e la Difesa Owen (e6/b6), mentre la Difesa Est-Indiana e la Siciliana Dragone sono i nonni.
A livello magistrale, l’apice è stato raggiunto dal match mondiale Petrosian – Spassky 1966, dove Boris la giocò 2 volte (entrambe patta).
Altri GM che l’hanno usato sono: Mihai Suba, Nigel Short, Tony Miles e Hillarp Persson. Tutti giocatori con una storia scacchistica particolare, comunque!
Dal punto di vista del Bianco questo sistema d’apertura non comporta particolari difficoltà ma, considerando che le prime 10 mosse sono standard e considerando che, a causa del diverso ordine delle mosse, questo setup può essere raggiunto in circa 2280 modi (fonte: “Dynamic Hippo defence” Nitin K. Chatur , aprile 2011), ciò può creare confusione in un conduttore dei Bianchi inesperto o poco abituato a riconoscere le diverse strutture pedonali (pattern recognition).
Una lezione davvero splendida, che mi ha chiarito perfettamente le idee.
Grazie dei complimenti, ma la mia preferita è la seconda parte, dove esprimo meglio il mio approccio ad un problema molto comune: l’avversario gioca sistemi considerati “secondari” (ed a ragione!!). Il metodo migliore è avere fiducia nel proprio repertorio: un sistema “classico” di sviluppo dei pezzi non può essere demolito da sistemi innaturali. Gli Scacchi sono un gioco scientifico, con solide basi. Se no, tanto vale dedicarsi al poker, dove l’alea (per non dire volgarità…) gioca un ruolo nettamente superiore.
Bella lezione, come sempre chiara e concentrata su elementi importanti sia dal punto di vista “teorico”, ma con applicazioni concrete decisamente opportune.
Solo un piccolo dettaglio (che non inficia affatto le raccomandazioni complessive espresse nel video).
In più di una “posizione ideale”, sulla scacchiera si vedono da parte del Bianco la Donna in d2 e l’Alfiere in e3, puntati contro il pedone h6 nero, difeso solo dall’Alfiere g7. Chiaramente, l’attenzione è focalizzata anzitutto sulle spinte centrali del B. (e sulla loro scarsa efficacia), ma in quel genere di posizione visualizzata il Nero dovrebbe perdere un tempo ulteriore per difendere quel pedone (immagino con Rh7). Scusa la pignoleria. Era solo perché, osservando i commenti sui possibili sviluppi, verrebbe abbastanza spontaneo effettuare Axh6 (che, se davvero fattibile, non mi sembrerebbe proprio innocua per il Nero).
Grazie ancora.
Aspetto la seconda parte…
Scusa per la precedente annotazione.
Sono stato superficiale: rivedendo il filmato mi sono reso conto che hai fatto poi dei rilievi che rispondono perfettamente alla mia “obiezione”.
Cancella pure i miei commenti (di fatto inutili).
Grazie ancora!
Non ho cancellato nulla perchè i tuoi giusti rilievi mi permettono di sottolineare un aspetto che talvolta può sfuggire. Quando preparo i diagrammi, non bado agli aspetti “tattici” ma solo a quello che voglio dimostrare. E quindi creo posizioni assurde, in cui il Nero, ad esempio, ha giocato 10 mosse ed il Bianco solo due, come se avesse l’opzione di dire “passo” come a poker. Altro esempio clamoroso è il videoesercizio n.27, dove addirittura l’utente Falbano mi aveva segnalato che il Nero poteva dare matto in una mossa!
Ciao Giuseppe, ti ringrazio per le lezioni che mi hanno riportato con i piedi per terra. Poichè non ho molta memoria per studiare tutte le difese uso spesso l’ hippo e devo dire con risultati alterni nel senso che quando incontro avversari più forti me le suonano veramente di brutto, in particolare mi trovo in difficoltà con g5 spinto per evitare Axh6 e la spinta del bianco h4. Però non riesco a fare meglio nè con la pirc nè con la est-indiana, secondo me sono troppo passive e mi trovo subito sotto attacco.
Le aperture “grosse” hanno varianti estese, con cui sono state giocate centinaia di partite, ed a cui i libri dedicano molte pagine. Di conseguenza, potresti essere tentato dall’evitarle: non lo fare! I Grandi Maestri giocano certe linee perchè sono le migliori. Prima o poi dovrai giocare le varianti principali, e ciò ti costerà molto tempo per doverle imparare.
Ad alto livello un errore d’apertura spesso è punito, mentre gli avversari contro cui giochi al momento faranno errori durante il resto della partita. Pertanto, conviene sempre adottare aperture che hanno una “buona reputazione”, ma se la Pirc o l’Est-Indiana al momento ti hanno dato delusioni, non dipende dalla loro presunta “passività”, ma probabilmente perchè non sono adatte al tuo livello attuale di gioco (inteso come “comprensione strategica”). L’Est-Indiana, in particolare, è adatta solo a livello Magistrale, per la sua complessità.
Ma adottare linee “minori” è scelta perdente e deleteria per tutto lo sviluppo della carriera scacchistica.
Se non credi a me, leggi cosa scrive il GM John Nunn in “Cosa deve sapere il giocatore di torneo” Ed. Prisma 2001.
Un saluto al Maestro Tarascio e a tutti i lettori.
Mi è capitato per puro caso tra le mani il libro di De Santis del 2006 sulla difesa ippopotamo. L’ho letto e devo confessare che la difesa che “propone” mi è piaciuta e, stando al libro, sembra perfettamente giocabile ed anzi all’inizio appare remissiva per poi divenire d’improvviso reattiva.
Ho notato anche che sporadicamente viene giocata ad alti livelli (parlo di giocatori con Elo da 2600 in su) quindi ho pensato che perdente scientificamente non possa essere ma forse non è nemmeno così buona come vuol far credere l’autore dato che a livello di top GM praticamente non viene giocata.
Mi è piaciuto dello studio (che devo ammettere essere ancora nella fase iniziale) il fatto che il nero sembra avere varie posibilità di reazione, …g5,…f5, …e5, …d5, …c5 ed a volte anche …b5 a seconda dei casi…c’e’ ampia scelta.
Sto cercando di riassumere i concetti proposti da De Santis (a favore del nero) con le “confutazioni” che propone il Maestro Tarascio (a favore del bianco) nei due video e spero di ricavarne un buon lavoro non solo per capire chi dei due abbia più ragione (difficilmente secondo me uno dei due Maestri ha ragione piena, ovvero penso che la difesa ippopotamo non sia universale e teoricamente completamente corretta ma neanche che sia così confutabile in maniera semplice).
Ho visto entrambi i video del Maestro (che rivedrò per effettuare il lavoro di cui scrivevo prima) e credo i set-up che proprone siano buoni per il bianco, quantomeno sono il tentativo più convincente per aggredire opportunamente il nero, ed inoltre penso che il nero non debba arrivare a dover spingere in h5 (come invece viene mostrato nei video) perchè ciò va contro lo spirito della difesa.
Forse (anzi sicuramente) non è la difesa da avere come arma principale in repertorio ma penso studiarla non faccia male e sono curioso di capire se davvero essa possa essere confutata (De Santis nel libro spiega che a volte il nero deve laciare stare l’ippopotamo completo..le 10 mosse del set-up base…e preventivamente spingere in f5 per arginare l’attacco del bianco ad est).
P.S. Penso anche io, tornando al post precedente, che il Maetro Tarascio abbia pienamente ragione, ovvero che bisogna studiare e giocare le varianti principali come repertorio di base che si deve avere…se davvero si vuole migliorare. Ricordo ancora le parole di un mio vecchio amico e “maestro” che mi ha permesso di migliorare davvero nel gioco…un CM napoletano: “Non puoi giocare principalmente varianti e difese secondarie…devi studiare quelle principali giocate dai GM forti…conosco gente che è rimasta scarsa per tutta la vita giocando solo varianti secondarie!”.
Saluto il Maestro Tarascio e i lettori.
Riccio Luigi.